Siamo giunti al termine di un lungo cammino durante il quale abbiamo meditato a grandi linee i momenti principali della storia della nostra salvezza. Il protagonista di questa storia è Dio. Ed oggi è giusto che ci chiediamo: come mai Dio agisce così? Cos’è che lo spinge? A volte Dio sembra strano e misterioso nei suoi comportamenti verso di noi! A volte sembra addirittura ingiusto! Guardando come vanno le cose della vita, tanti potrebbero addurre molti argomenti per dimostrare che Dio sembra strano, e spesso ingiusto, nei suoi comportamenti. Per queste persone la conclusione sarebbe che è meglio non fidarsi di un Dio così.
Gesù ci spiega tutto con una parabola che potrebbe suscitare infinite discussioni. Dio viene paragonato a un padrone che ha diversi operai: alcuni li fa lavorare per dodici ore, altri lavorano nove ore, altri sei, altri soltanto tre e a fine giornata altri lavoratori vengono chiamati per lavorare solo un’ora. Al momento di ricevere la paga giornaliera tutti ricevono la stessa somma di denaro, senza tener conto che qualcuno ha lavorato dodici ore, altri solo un’ora. Questa ci sembra una ingiustizia. Non è così che si fa. Ed abbiamo perfettamente ragione.
Infatti Dio con noi non si comporta da padrone che dà una ricompensa proporzionata al buon comportamento che abbiamo. Dio non paga niente a nessuno, questo deve essere chiaro. Dio non è un padrone e noi non siamo i suoi operai.
Dio invece è un padre buono, anzi infinitamente buono, e noi siamo i suoi figli. Beati noi se fin dall’inizio della nostra vita siamo stati vicini a lui, sotto la sua protezione! E sentiamo compassione per coloro che non hanno combinato niente nella vita, hanno perso il loro tempo perché nessuno si è interessato di loro! Ma il nostro Padre che è buono ha compassione della loro povera vita senza senso e chiama pure loro per dare a loro un bel sollievo. Semplicemente perché anche loro sono suoi figli.
Ci sono due domande cui siamo chiamati a rispondere con onestà.
La prima domanda: Dal momento che siamo stati battezzati da piccoli e siamo cresciuti in una comunità cristiana possiamo paragonarci agli operai delle sei del mattino. Essi mormorano contro il padrone e dicono: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Davvero la vita cristiana è stata per noi un pesante fardello da sopportare o sentiamo la gioia profonda perché Dio ha riversato su di noi la sua abbondante grazia e ci ha ricolmati del suo amore?
La seconda domanda ce la fa Dio stesso: “Tu sei forse invidioso perché io sono buono?”. Che brutto sarebbe se rispondessimo di sì. Che triste vedere cristiani arrabbiati perché Dio aspetta pazientemente che i peccatori si convertano! E quando questi si convertono alla fine della vita e Dio li salva con la sua grazia e li accoglie con gioia alcuni dicono: Non è giusto! Che Dio ci salvi dall’avere un cuore così piccolo e meschino! Impariamo invece a gioire per la sua grazia infinita verso tutti!
Isaia 45,20-24 Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio,
non ce n’è un altro Lettera agli Efesini 2,5-13 Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Vangelo secondo Matteo 20, 1-16 “Io voglio dare anche a quest’ultimo quanto ho dato a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio
Scarica il foglietto –> Avvisi 7 ottobre 2018