DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DI DOMENICA

C’è qualcosa di bello che è in comune a tutte e tre le letture: è l’annuncio di qualcosa che viene dall’alto, qualcosa di bello e attraente, qualcosa di affascinante. E’ la luce. Che si tratti della luce del sole che illumina i giorni, o la luce di una semplice candela o di una lampadina o tante lampadine che illuminano la nostra casa, si tratta sempre di qualcosa di bello che ci fa vivere. Nella tenebre non si vive, anzi il buio incute paura, la luce invece è vita. Questo fa parte della vita di tutti i giorni.
Poi se guardiamo bene il profeta Isaia parla alla città di Gerusalemme e le dice di rivestirsi di luce perché viene la sua luce che è la gloria del Signore che brilla su di lei. Allora, grazie alla luce del Signore che illumina Gerusalemme anche gli altri popoli possono camminare alla luce, che viene, sì, da Gerusalemme ma che non è sua, è del Signore.

Allora Isaia può dire a Gerusalemme che è stata molto provata dal dolore: “Tu guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore.” Perché? “Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio”. E’ la gioia di una grande famiglia prima dispersa e provata dal dolore, ora riunita tutta insieme e la gioia sta proprio qui: nell’unione, nell’essere un cuore solo e un’anima sola.

L’apostolo Paolo non parla di luce ma dice: è apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini e insegna un nuovo modo di vivere, nella via della giustizia e della bontà, ma anche lui si riferisce alla manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.

Infine il racconto dei Magi dall’oriente che vengono a Gerusalemme ad adorare Gesù, un bambino che ancora non conoscono ma vengono ugualmente e il motivo lo dicono loro stessi: “Abbiamo visto la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”.

Anche per noi, per ciascuno di noi, Dio fa risplendere la sua luce. Che poi questa luce si chiami grazia, appaia come una stella o come un pensiero che illumina la mente, o magari il sorriso di una persona, o forse lo stile di vita di un vero testimone, il cosiddetto “buon esempio”, o un gesto di carità, un fatto che colpisce la nostra sensibilità, una frase del Vangelo, un sentimento buono e di intensa gioia che ci viene data dallo Spirito Santo, o ancora più semplicemente l’amorevolezza di una mamma che invita a dire le preghiere, non importa. La fantasia di Dio è proprio infinita e sa trovare per ciascuno i mezzi più adatti per risplendere e attirare a sé. Si adatta alla sensibilità, al carattere e anche all’età di ciascuno.

Dio sa mandare la sua giusta luce ai bambini e agli anziani, a chi ha studiato e a chi non ha studiato, a tutti. L’importante è sapere che si tratta di qualcosa di bello e anche di molto delicato, proprio come la stella dei Magi, che va e viene. Ma loro che l’hanno seguita provarono una grandissima gioia.

Uno può anche prendere molte scuse per non seguire quella luce. Quando splende la luce uno può anche chiudere gli occhi e poi si lamenta che non si vede niente ma la colpa non è della luce, la colpa è sua che chiude gli occhi. La delicatezza della luce è il segno che Dio ha un infinito rispetto della nostra libertà. Possiamo anche non seguire la luce che ci manda Dio ma allora non proveremo quella “grandissima gioia” provata dai Magi quando videro la stella.

Lettura del profeta Isaia 60,1-6 “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del
Signore brilla sopra di te, su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te”.
Lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-3,2 “Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio che
porta salvezza a tutti gli uomini”.
Vangelo secondo Matteo 2,1-12 “Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad
adorarlo”.

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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–> avvisi 06 gennaio 2019