DON BENVENUTO COMMENTA IL VANGELO DI DOMENICA

“Gesù manifestò la sua gloria”. Queste parole ci mettono nel solco della festa dell’Epifania. Dopo la prima Epifania, cioè la manifestazione di Gesù a tutti i popoli rappresentati dai Magi, domenica scorsa abbiamo celebrato la seconda Epifania: la manifestazione di Gesù come il Figlio amato del Padre, che lo presenta a tutto il popolo. Quella di oggi è la terza Epifania: a una festa di nozze nel villaggio di Cana, in Galilea, Gesù fa qualcosa di speciale che attira l’attenzione di alcune persone che erano presenti alle nozze.

Sono solo cinque persone: Simone, Andrea, Giovanni, Filippo, Natanaele. Questi uomini erano già statti attirati e affascinati da Gesù. Certo, Gesù emanava un fascino speciale: sarà stata la sua parola, il suo sguardo, il suo modo di fare, per cui avevano cominciato semplicemente a frequentarlo, come avviene tra amici con cui ci si trova bene insieme: dopo che ci si è incontrati la prima volta si comincia a frequentarsi e a coltivare l’amicizia perché ci si trova bene.

Ma qui avviene qualcosa di più: nel Vangelo si dice che quelle persone “credettero in Lui”. Vuol dire che quelle cinque persone d’ora in avanti non si limitano a frequentare Gesù come un grande amico per poi ritornare ai propri impegni e al proprio lavoro e alla propria famiglia. Vuol dire invece che decidono di aderire a Gesù in tutto e per tutto, di non limitarsi a frequentarlo piacevolmente tra una festa e l’altra, ma di giocare la propria vita su di Lui. Intuiscono che ne vale la pena, come persone che fiutano l’affare e allora rischiano e si buttano, senza lasciarsi frenare da paure e da domande come: e poi? Cosa mi succederà? E se questo Gesù fosse uno dei tanti girovaghi predicatori come tanti altri messia già apparsi che hanno imbrogliato altra gente? Che cosa hanno visto Simone, Andrea, Giovanni, Filippo, Natanaele? Che cosa è quella “gloria” di cui parla il Vangelo?

Probabilmente hanno visto la madre di Gesù sussurrare qualcosa a suo figlio. Poi hanno sentito l’ordine di Gesù ai servi di riempire d’acqua le anfore. Sarà stato un bel lavoro perché si trattava di procurare circa seicento litri di acqua! E poi ancora l’altro ordine di portare quell’acqua a chi dirige il banchetto. E questo tale, preso dalla bontà del vino assaggiato, chiama lo sposo e gli chiede dove e perché ha conservato fino a quel momento quel vino. Era così buono che sarebbe stato molto meglio servirlo per primo, avrebbero fatto una figura migliore davanti a tutti gli invitati! Probabilmente lo sposo non avrà saputo dire da dove veniva tutto quel vino ma l’importante era che la festa continuasse. E di fatto è continuata come se niente fosse. Ma quelle persone hanno visto i servi indaffarati a prendere l’acqua e portarla in tavola e ora sentono il capotavola lodare il buon vino! E per di più si tratta di una quantità enorme di vino, donata gratuitamente a chi “aveva già bevuto molto!” come dice il Vangelo. Ammiriamo tutti i miracoli di Gesù narrati nei Vangeli soprattutto quando viene in aiuto di malati, poveri e sofferenti. Ma qui si può dire che non era affatto necessario arrivare a questo punto e si può parlare anche di esagerazione. Ma gli occhi di quei cinque uomini hanno notato tutto e si sono resi conto che tra quei due fatti c’è stata di mezzo una parola autorevole di Gesù!

Forse da questo fatto è nato in loro un semplice desiderio: voglio conoscere meglio chi è questo Gesù! Voglio vederci chiaro, voglio capire meglio che cosa è successo! Questo è solo l’inizio di una storia che è la storia della loro fede. Quella fede sarebbe cresciuta molto: sarebbero diventati apostoli, avrebbero annunciato a tante altre persone la loro storia di “amici di Gesù”, e alla fine avrebbero donato la loro vita per amore di Gesù. Terminiamo questa riflessione con una domanda e una ferma convinzione: la pianticella della fede che ci è stata donata quando eravamo piccoli l’abbiamo coltivata ed è cresciuta o l’abbiamo trascurata ed è rimasta piccola? E poi ricordiamo che, come quel giorno a Cana, anche oggi Gesù sa mostrare la sua gloria, la potenza della sua Parola a chi tiene aperti gli occhi per cogliere le cose grandi che Lui sa operare per attirarci a sé.

Libro di Ester 5,1.2-5 Ester è una giovane ebrea che, divenuta regina accanto al re di Persia
Assuero (sec. V a.C.) intercede per il suo popolo presso il re e lo salva dallo sterminio.
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-14 “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro
Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo”.
Vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22 Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti
da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

 

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