DON BENVENUTO COMMENTA LA LITURGIA DELLA PASQUA

Comprendiamo meglio questo fatto che riguarda Maria Maddalena se teniamo presente quello che c’è scritto prima. Dopo aver seppellito Gesù un po’ in fretta, perché stava iniziando il riposo sacro del sabato, Maria e tutti gli altri rispettano il riposo che era così sacro da non permettere il pur minimo lavoro, compresa la sepoltura di un morto. Terminato il riposo, Maria non sa aspettare l’alba del nuovo giorno. A notte inoltrata, al buio, Maria si reca al sepolcro, lo vede aperto e subito pensa che qualcuno abbia rapito il cadavere. Corre da Pietro e Giovanni, sempre in città ma è un bel tratto di strada, e dice: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lo hanno posto!”. Non si pensa necessariamente a ladri o a nemici. Possono essere stati anche altri discepoli più zelanti di lei e di Pietro! Tornano di corsa al sepolcro, Pietro e Giovanni entrano, vedono le bende, il lenzuolo, il sudario per il capo, non pensano affatto alla risurrezione di uno che è stato crocifisso due giorni prima.

L’evangelista Giovanni ci dà una annotazione preziosa: “Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè doveva risorgere dai morti!”. Non solo: avevano dimenticato pure le parole di Gesù che più volte aveva detto: … ma dopo tre giorni risorgerò!
Così loro se ne vanno a casa sconsolati mentre Maria rimane fuori del sepolcro a piangere. Le lacrime che offuscano i suoi occhi, il suo essere chinata sul sepolcro, la sua dimenticanza delle parole di Gesù, il dolore che le pesa sul cuore per aver perso la persona amata, la concentrazione sui suoi pensieri che riguardano la scomparsa di un cadavere e la voglia di fare un funerale degno di una grande persona come Gesù: tutto questo non le permettono di alzare lo sguardo e rendersi conto di ciò che è veramente successo.

Da che cosa viene richiamata alla realtà? Dal tono della voce! Quell’uomo sconosciuto la chiama con il suo nome e in un modo che solo lei poteva intenderlo e riconoscerlo. Solo Gesù sapeva chiamarla in quel modo: “Maria!”. Allora lo riconosce e anche lei lo chiama: “Maestro!”.

L’esperienza di Maria di Magdala il mattino di Pasqua è una chiara indicazione sulla strada che anche noi dobbiamo prendere a proposito di Gesù risorto. Non dobbiamo percorrere la strada della visione. Un giorno sì, lo vedremo, e sarà per sempre la nostra beatitudine, ma non ora. Non dobbiamo percorrere la strada del contatto fisico (“Non mi trattenere!”) ma dobbiamo percorrere la strada della parola.

Gesù ci parla, parla a ciascuno di noi, usa dei modi, dei toni, che ci toccano il cuore. Lui è capace di farsi capire e di parlarci in un modo che ci fa dire: “Sì, è proprio Lui, Gesù, che parla a me, che ha scelto me tra tanti, in questo momento, riconosco la sua voce!”. Non sarà lui a fare lunghi discorsi, magari difficili da capire, non saranno parole moralistiche che riguardano il nostro modo di vivere, ma sarà quella parola adatta in quel particolare momento che ci dà la certezza che Lui è vivo ed è lì vicino a te, qui e adesso! Questa esperienza di Maria di Magdala vicino al sepolcro di Gesù è la stessa nostra esperienza, quando e come Lui vorrà. E la si può chiamare solo esperienza di vita, di amore e di gioia indicibile!

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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