DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA TERZA DOMENICA DI AVVENTO

Ricordiamo brevemente quello che abbiamo ascoltato domenica scorsa: un uomo di nome Giovanni, ispirato da Dio, percorre le regioni lungo il fiume Giordano annunciando “uno, più forte di lui, che verrà!”. Verrà a purificare il mondo dal male, verrà a purificare il cuore di tutti perché è lì che si annida l’origine del male. Da lì bisogna sradicarlo. Anzi, Giovanni parla addirittura di una scure che è già vicina alla radice dell’albero. Ogni albero che non dà frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Così Giovanni suscita tanta speranza nel cuore di molti, la speranza di un vero cambiamento, la speranza di un mondo migliore come lo speriamo anche noi oggi.

Poco dopo Gesù esce dalla vita privata a Nazareth e si reca da Giovanni che lo battezza. Giovanni stesso è testimone che in quel momento lo Spirito Santo prende possesso di Gesù e sente la voce del Padre che dice: “Questo è il mio Figlio, l’Amato!”. A fronte di queste cose grandi, divine, universali, piene di speranza nel futuro si erge la meschinità e la banalità di un uomo come Erode che a quel tempo governava la Galilea. In fondo era solo un re fantoccio perché il vero potere era quello di Roma. Questo re, nella sua bassezza, prende la moglie di suo fratello Filippo, e Giovanni, da uomo di Dio qual era, gli fa notare che questo non è bene, doveva rispettare il matrimonio di suo fratello! Allora Erode fa arrestare Giovanni e lo mette in carcere. E Gesù dov’era? Continuava a predicare sul Regno di Dio, guariva tanti malati, le folle lo seguivano, anzi aveva una speciale predilezione per i peccatori che lo avvicinavano e li portava a conversione. Ma su Erode che imprigiona Giovanni, Gesù tace. Perché non alza la voce? Perché non lo condanna pubblicamente? Perché con la sua potenza non toglie Giovanni dalla prigione?

Ecco come ci appare oggi Giovanni: in carcere, uomo debole e isolato, e sembra anche confuso e dubbioso. Forse dubita di se stesso e della sua missione, forse pensa di essersi sbagliato a proposito di Gesù. Gesù non è quello che lui aveva immaginato, non sta facendo quello che lui aveva predetto, non sta tagliando nessun albero secco, non usa la scure, anzi lascia che il male continui ad imperversare. Così Giovanni, innocente e santo, continua a marcire in prigione. E’ immerso in una profonda notte spirituale. E’ uno dei tanti “smarriti di cuore” come dice il profeta Isaia. E Gesù fa esattamente ciò che dice il profeta Isaia, che Giovanni conosceva molto bene. Gli rivolge parole di incoraggiamento e di consolazione: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi!”. E glielo dice in un modo particolare: donando la vista ai ciechi, donando l’udito ai sordi, ridonando la vita ai morti, avendo una speciale predilezione per i poveri. E’ come se gli dicesse: “Coraggio! Sono proprio io colui che doveva venire e che tu hai annunciato! Grazie perché mi hai preparato la strada. Continua ad avere fede, fino alla fine!”.

Noi sappiamo come è finita la storia: durante una festa di compleanno, per una banalissima storia di passione del re per una ragazzina, figlia della sua amante, Giovanni viene decapitato! E così anche morendo di morte violenta è stato profeta del Messia. Qualche anno dopo anche Gesù sarebbe passato attraverso il buio della notte spirituale nel giardino del Getsemani e sul Calvario, anche Gesù sarebbe morto di morte violenta, vittima innocente di poteri ingiusti e indegni: quello dello stesso Erode, quello di Pilato, quello del Tribunale di Gerusalemme. Ma è da questo annientamento di persone fedeli fino alla morte che Dio suscita il popolo nuovo e il mondo veramente nuovo.

Questo sa fare la potenza di Dio, è questo il prodigio della morte che genera la vita, del seme fecondo che marcendo in terra germoglia in una nuova vita. Abbiamo sempre bisogno di tanta fede, dobbiamo continuare a credere nel Dio che permette che passiamo momenti di buio e di smarrimento ma che nella sua misericordia non ci abbandona mai e che poi farà vedere a tutti noi, dopo il buio, la bellezza della sua luce e della sua vita.

Libro del Profeta Isaia 35,1-10 Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”.

Lettera ai Romani 11,25-36 Fratelli, Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti! O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

Vangelo di Matteo 11,2-15 Giovanni, che era in carcere, avendo sentiti parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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