DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE – SETTIMA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DEL BATTISTA

La curiosità! E’ un atteggiamento che è molto facile sentir nascere dentro di noi. Fondamentalmente è un desiderio positivo soprattutto se si tratta di un desiderio di conoscenza nella ricerca della verità. Anche nei bambini troviamo la curiosità: capita spesso che anche loro non si limitano a giocare con i loro giocattoli ma vogliono anche vedere come funzionano. E per vedere cosa c’è dentro spesso li rompono! Ma questo è l’atteggiamento costante anche delle persone adulte: si vorrebbe sapere come funziona la macchina, come funziona la caldaia, un computer, una serratura, insomma un po’ tutto quello che abbiamo. Se queste cose non funzionano, ma ne abbiamo bisogno, cerchiamo di ripararle e se non ne siamo capaci chiamiamo il tecnico, e così via. Tutto questo lo si può dire anche di altre cose più complesse: come funziona una azienda? Come funziona lo Stato? Come funziona una associazione? Questo lo si può  dire anche del nostro corpo: come funziona il nostro corpo? Si dice che il nostro corpo sia una macchina perfetta ed è vero! Ma anche lì qualche volta qualcosa non funziona e nascono i problemi di salute.

Ma poi c’è qualcosa che non si sente, non si vede e non si tocca ma è realissimo e noi ne facciamo parte: è il REGNO DI DIO. Come funziona il Regno di Dio? Dio che è entrato nella nostra storia chiamando Abramo e formando i suoi figli in un popolo, Dio che ha mandato il suo Figlio che chiama i discepoli tra i quali ci siamo noi che cerchiamo di vivere come lui. Insomma Dio regna nei nostri cuori! E se liberamente lo lasciassimo regnare completamente e se regnasse anche nel cuore di tutti gli altri come sarebbe diverso il mondo! Anche Dio ha forse delle regole che segue fedelmente? Forse sì.

Per farci capire come vanno queste cose e che cosa bisogna fare Gesù ha usato un metodo da maestro bravissimo e geniale. Ha inventato dei racconti, ha preso degli esempi dalla vita quotidiana proprio per spiegarci come funziona il Regno di Dio. Sono esempi che tutti possono capire se hanno un pizzico di buona volontà. Certo, la vita quotidiana è quella di duemila anni fa. Gesù ha guardato i contadini che seminavano i loro campi e per seminare non scavavano dei buchi nel terreno e ci mettevano un seme. No. Avevano un sacco pieno  di semi, prendevano manciate di semi e le spargevano sul terreno a bracciate, disordinatamente e con abbondanza.

Anche nel regno di Dio le cose vanno così:  il seme che viene sparso con abbondanza, in ogni luogo e in ogni tempo è la Parola. La Parola di Dio. E’ la parola del vangelo stampato in milioni di copie, è la parola annunciata dagli apostoli e da chi ha preso il loro posto nel mondo, è la parola dei sacerdoti e catechisti nei loro innumerevoli incontri con la gente, è la parola semplice dei genitori che educano i figli e dicono a loro tutti i giorni di imparare ad obbedire e a mettere a posto le loro cose.

 Quanta abbondanza di parola buona viene sparsa ogni giorno nelle chiese e nelle case!

Dove va a finire tutta questa parola? Il Figlio di Dio che è stato il primo seminatore, lo sapeva benissimo. Sapeva benissimo che tanta parola va persa. Va persa perché non viene compresa e non ha alcun effetto perché c’è qualcuno che si diverte a toglierla dal cuore. A volte non ha effetto perché la parola è come le pianticelle: esige cura e perseveranza ma tanti non ce l’hanno. Non ha effetto perché nel cuore insieme alla parola ci sono tante altre cose come paure, sentimenti, preoccupazioni che soffocano la parola e non permettono a lei di germogliare. Altre volte ancora non ha alcun effetto perché semplicemente a qualcuno non piace, gli piace di più la ricchezza, l’essere famosi, il comandare sugli altri. Ma quando la parola trova nel cuore un terreno buono germoglia e produce frutti di amore, di pace, di gioia, di serenità, di comprensione, di aiuto reciproco, di unità e fedeltà. Tutti valori che realmente rendono bella la nostra vita.

Ma anche in questi valori non esiste l’uniformità, non esistono fotocopie e l’esigenza che tutti siano uguali. Non esiste un termometro per misurare l’amore, la fedeltà, la gioia. Così agisce Dio: quando fa le sue cose non gioca sul risparmio ma preferisce l’abbondanza. Poi rispetta assolutamente la libertà di scelta delle persone a cui parla. E guardando i frutti della sua parola negli uomini non pretende che tutti siano uguali e diano il massimo. Accetta come bella la diversità tra chi dà il massimo, chi dà un po’ meno e chi dà poco. Va bene tutto purché ciascuno dia frutto secondo le sue capacità.

Dio è come quell’antico contadino che semina con abbondanza il suo seme nel campo, con la fiducia che il suo raccolto sarà sicuramente abbondante. E se anche un po’ di seme è andato perso, pazienza.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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