DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE/QUARTA DOMENICA DI AVVENTO

Prima di entrare in Gerusalemme Gesù aveva lasciato la città di Gerico e mentre stava uscendo dalla città si sentì chiamare da un uomo che se ne stava lontano: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Quell’uomo si teneva lontano perché era cieco e molti lo rimproveravano perché stava disturbando ma lui continuava a gridare più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Gesù allora si fermò e disse: “Chiamatelo!”. Naturalmente quell’uomo chiese di essere guarito dalla sua cecità e Gesù gli disse: “Va’, la tua fede ti ha salvato”. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

E così a poco a poco arrivarono a Gerusalemme e avvenne quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo: Gesù manda a prendere un asinello, vi sale sopra, e la folla comincia a stendere i mantelli per la strada e Gesù viene accolto con gioia e con acclamazioni che esprimono la loro fede: “Osanna! E cioè Tu, salvaci! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! Benedetto Il Regno che viene, del nostro padre Davide!”. Chissà, forse il cieco Bartimeo da poco guarito dalla sua infermità, e che ha seguito Gesù, sarà stato tra quelli che acclamavano Gesù con gioia, ed è facile anche pensare che in mezzo a quella folla avrà detto a qualcuno: “Sì, è vero. Gesù è capace di salvare! Guardate me! Ero cieco ma è stato Lui a ridonarmi la vista! Lui mi ha salvato! Lui è il Salvatore!”.

A Gerico Gesù era circondato da molte persone ma quante di quelle persone si sono incontrate con Gesù nel senso più profondo del termine? E cosa vuol dire INCONTRARE veramente GESU’? Ma quando Gesù sente che qualcuno dice: “Figlio di Davide, abbi pietà di me! Si ferma e dice: “Chiamatelo!”. Gesù vuole proprio vedere chi possa essere quell’uomo che lo ha capito subito senza averlo incontrato prima. Come mai quell’uomo di nome Bartimeo ha osato rivolgere a quel Gesù che passava il titolo di “Figlio di Davide” che presso gli Ebrei aveva un significato ben preciso? In verità Bartimeo è stato un uomo coraggioso e ha saputo fare un salto che non tutti hanno fatto: passare da una conoscenza buona di Gesù fatta di stima, di ammirazione per i suoi insegnamenti, di venerazione perché era sulla via degli antichi grandi profeti, a una professione di fede: “Gesù non è uno dei tanti uomini di Dio, Gesù è unico, non c’è nessuno come Lui. Gesù è Colui che Dio aveva promesso al re Davide che l’avrebbe mandato come Figlio, Gesù è l’unico che mi può salvare!”. Questi pensieri non sono la conclusione di anni di studio o di

frequentazione di scuole di maestri famosi. Alla luce di tutto il Vangelo, possiamo applicare a Bartimeo quello che Gesù un giorno disse a Pietro: “Il Padre mio te lo ha rivelato!”. E lo stesso si può dire della folla che stendeva i mantelli e fronde di alberi dove passava Gesù e gridava: “Salvaci! Figlio di Davide!”. L’evangelista Marco parla in modo generico di molte persone. Invece l’evangelista Matteo dice che sono proprio i fanciulli che cantavano: “Osanna al Figlio di Davide!”. E tanta gente ne rimase scandalizzata e volevano farli tacere. Ma Gesù fa capire che quando qualcuno lo chiama “Figlio di Davide” gli fa piacere e si trova bene in mezzo a quella gente e quindi lascia dire e lascia fare perché vede in profondità nel loro cuore e vede quell’atteggiamento che si chiama FEDE.

Per quanto riguarda noi stessi in questo tempo di preparazione al Natale di Gesù: guardiamo dentro noi stessi e vediamo se ci sono quei pensieri che abbiamo scoperto nel cieco guarito e salvato da Gesù e negli altri che l’hanno accolto con gioia a Gerusalemme. Ricordiamoci che quel cieco non l’ha proclamato “Salvatore, Figlio di Davide” dopo che è stato guarito, ma prima, quando era ancora malato. E così la folla non ha visto nessuna salvezza per potere acclamare così Gesù. Soltanto ha invocato Lui come vero Salvatore. Imitiamo Bartimeo, imitiamo le persone di Gerusalemme, soprattutto i fanciulli, che in mezzo alle difficoltà della vita, con i suoi pesi, le sue gioie e i suoi dolori vedono Gesù e illuminati da una luce interiore intuiscono e dicono chiaramente che Gesù solo li può salvare. Poi forse si fa fatica a dire come ci può salvare e da che cosa, ma intanto si percepisce in modo intuitivo e forte che senza Gesù non si può vivere. Così sia anche per tutti noi.

Libro di Isaia 16,1-5 Isaia disse: “Quando sarà estinto il tiranno e finita la devastazione, allora sarà stabilito in trono sulla mansuetudine, vi siederà con tutta fedeltà, nella tenda di Davide, un giudice sollecito del diritto e pronto alla giustizia”.

Prima Lettera ai Tessalonicesi 3,11-4,2 Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.

Vangelo secondo Marco 11,1-11 Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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