DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA PENULTIMA DOPO L’EPIFANIA

“Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”. Questa parola di Dio, che è stata rivolta al popolo d’Israele fin dall’VIII secolo avanti Cristo, deve illuminare la nostra vita non solo oggi o per pochi giorni ma sempre. Ciascuno di noi è interpellato direttamente e deve fare uno sforzo sincero per rispondere. E non si può fare altro che rispondere all’interno di noi stessi, nel nostro cuore, lì dove Dio vede tutto, lì dove non si può giocare a nascondino. Davvero conosciamo Dio? Quel Dio che si è rivelato un po’ ad Abramo, a Mosè e ai profeti ma che si è rivelato completamente in Gesù di Nazareth come il Dio Amore? o abbiamo rinchiuso Dio in alcuni schemi mentali e da lì non ci muoviamo più? C’è nel nostro cuore un orientamento d’amore verso Dio che ci ama per primo e aspetta la nostra risposta d’amore? Eppure la vita dimostra che è possibile rimanere indifferenti a queste domande e si può continuare a vivere, o meglio tirare a campare, anche senza amare Dio.

Il fatto che abbiamo ascoltato nel Vangelo di Luca, quest’oggi, ci aiuta a venir fuori da questo modo di pensare, ci aiuta a convincerci che non si può non amare Dio ma nello stesso tempo dobbiamo dire che Dio non vuole nessuno che lo ami per forza. Si può amare soltanto se si vuole amare, si può amare soltanto nella libertà.

E per portarci a questo punto Gesù si serve di un paragone molto pratico e molto facile da capire. Anche i bambini che rompono qualcosa in casa o combinano qualche piccolo guaio e pensano di essere puniti dal papà o dalla mamma o temono le loro arrabbiature, nel vedere che i genitori li trattano con bontà e gentilezza e li perdonano per quello che hanno combinato, cominciano a conoscere meglio i loro genitori e sono portati ad essere loro riconoscenti e ad amarli sempre più. Questo avviene anche tra gli adulti: chiunque di noi abbia un grosso debito verso qualcun altro, spesso capita che quel debito ci causa preoccupazioni e ansie. Se riusciamo a pagarlo a poco a poco siamo abbastanza tranquilli ma se vediamo che non riusciremo mai a pagare certi grossi debiti si comincia a non dormire più di notte e poi si peggiora sempre più. Sappiamo bene che certe storie di questo tipo finiscono anche male perché qualcuno arriva a togliersi la vita. Sono storie drammatiche anche in questo tempo di pandemia. Qualcuno cerca di saldare un debito cercando soldi in prestito che poi dovrà restituire a suo tempo e così si crea un altro debito più grande e poi si finisce in mano agli usurai. E’ chiaro che una persona così, se dovesse sentire dal suo creditore, che può essere una banca o può essere una singola persona: “Lascia stare, ti condono il tuo debito, sta’ tranquillo!”, questa persona si sente infinitamente riconoscente ed è portata a dire prima di tutto grazie e a lodare il suo creditore come una persona grande e buona! Anzi, quanto più grande è il debito che viene condonato tanto più grande sarà la riconoscenza e la lode e quindi l’amore!

Se siamo d’accordo su questo modo di pensare allora ci manca una sola cosa: comprendere che nella vita abbiamo davvero un grande debito, praticamente infinito, che non riusciremo mai ad estinguere, e questo potrebbe portarci alla disperazione. Invece Dio ci condona questo debito perché vuole che viviamo e che viviamo bene, e che viviamo nella riconoscenza e nell’amore verso di lui, così buono! Siamo come quei bambini che rompono in casa non qualcosa ma tante cose utili e costose eppure trovano i genitori che pur correggendoli non si arrabbiano e li perdonano. Il nostro grande debito lo abbiamo nei confronti di Dio Amore, nei confronti degli altri, e anche nei confronti del mondo intero.

Un giorno apriremo gli occhi su questo debito così grande e scopriremo quanto è grande l’amore di Colui che ce lo ha condonato. Il peccato non è l’aver mancato alla messa qualche domenica o aver fatto qualche pettegolezzo, il peccato è una cosa molto seria e molto grande. Se avessimo piena conoscenza di ciò che è il peccato cadremmo nel panico e nella disperazione. Ma Dio non vuole questo. Dio ci condona tutto il debito, Dio ci perdona ogni male che abbiamo fatto. E questo non basta: dobbiamo riconoscere che Dio,nella sua sapienza, ci ha messo nella condizione di non fare tutto quel male che avremmo fatto senza il suo aiuto e la sua grazia.

Dobbiamo amare tanto perché ci è stato condonato tanto. Come quella donna del Vangelo: disprezzata perché peccatrice. L’amore grande che l’ha portata verso Gesù è ciò che le meritato il totale perdono per i suoi molti peccati. E tutti noi, un po’ fieri di noi stessi perché in fondo siamo brave persone, stiamo attenti a dire: “Non ho fatto niente di male” perché oggi Gesù ci dice chiaramente: “Colui al quale si perdona poco, ama poco!”.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio
Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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