RELIGIONI, DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: SETTIMA DOMENICA DI PASQUA

Rivolgendosi al Padre Gesù continua a pregare per i suoi discepoli e quindi anche per tutti noi. Che cosa dice? Che cosa chiede? “Padre santo, custodiscili nel tuo nome”. Gesù è in un momento particolare della sua vita. Sta lasciando questo mondo e tutti sappiamo in quale modo drammatico e doloroso l’ha lasciato. Gesù era consapevole di tutto questo, eppure non sembra preoccupato per sé ma per noi. Lui ci vede come un dono prezioso. Infatti il Padre che ci ha creati, ci ha donati a Lui. Siamo un dono prezioso ma fragile. Infatti sono molti i pericoli che possiamo incontrare mentre siamo nel mondo: la nostra stessa umanità è fragile, spesso la nostra volontà nel fare il bene è debole e incostante, invece di tendere all’unità siamo propensi a litigare e a dividerci, e soprattutto c’è il Maligno che fa di tutto per tenderci insidie e vuole rovinarci per portarci lontani da Dio. Ma Gesù non chiede di toglierci dai pericoli o addirittura dal mondo. Questo mondo è il nostro posto e dobbiamo starci, ma dobbiamo stare attenti, vigilare, essere forti, e superare le prove. Abbiamo bisogno di coraggio e forza. E tutto questo viene dall’amore del Padre che si prende cura di noi e ogni giorno ci protegge, ci guida e ci sostiene. Come ha pregato Gesù: ci custodisce!

Il mondo nel quale viviamo può arrivare a odiarci e il motivo di questo odio è che abbiamo ascoltato la Parola di Gesù! Noi siamo consapevoli di questo rischio ma non dobbiamo avere paura. Ricordiamoci sempre di essere nelle mani del Padre e sotto la sua protezione. Questo è un pensiero che dovremmo avere tutti i giorni.

“Padre, consacrali nella verità”. E’ l’altra richiesta che Gesù presenta al Padre a nostro favore. Consacrare vuol dire mettere da parte perché si cambia destinazione. Come in antico: un cibo fatto per essere mangiato, spesso veniva messo da parte per essere portato sull’altare e farne un’offerta a Dio. Ma qui non si tratta né di cibo né di soldi. Qui si tratta di noi stessi! Gesù chiede al Padre che ci metta da parte, che ci separi dal mondo e dal suo modo di essere spesso fondato su prepotenza, su inganni, su raggiri e menzogne. Noi abitiamo in questo mondo ma non seguiamo lo stile di vita che segue il mondo. Noi, arricchiti della parola di Gesù, seguiamo un altro stile di vita, quello improntato sull’amore, sulla benevolenza, sulla pazienza, sull’accoglienza reciproca, sulla fratellanza, sull’affidamento al Padre. Questa per noi è la verità. Seguire questa strada vuol dire staccarsi dal mondo e dalle sue opere ed essere “consacrati” nella verità.

Ma questo mondo, che spesso appare violento e ingannevole, pieno di insidie e di pericoli, lontano da Dio e sotto il dominio del Maligno, è il mondo in cui Dio ha mandato il suo Figlio e dove ora il figlio Gesù vuol mandare anche i suoi apostoli e ora vuol mandare noi, oggi. Veniamo a scoprire che Dio ama il mondo e non vuole che si perda. Il mondo può arrivare a odiare i discepoli del Signore, ma li odia perché è schiavo del Maligno.

Ma Dio vuole liberarlo da questa schiavitù e guarda il mondo con infinita compassione: per questo pensa a noi e ci manda nel mondo. Dio ama il mondo e vuole salvare il mondo.

Dunque Gesù sta lasciando noi nel mondo e mentre Lui torna al Padre. Ma ancora una volta pensando a noi esprime un desiderio: “abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia”. Il dramma della sofferenza e della morte in croce sembra lontano, eppure sarebbe cominciato di lì a poco. Gesù vuole che noi siamo pieni di gioia, di quella gioia che si effonde con abbondanza dalla profondità del suo cuore! Con queste poche parole Gesù ci offre ancora una volta un suo sguardo universale: nella luce dell’amore del Padre pensa al mondo intero con le sue luci e le sue ombre e pensa a noi, poveri e deboli ma sostenuti dalla sua grazia e protetti ogni giorno dalla sua benevolenza e dalla sua misericordia. Èquesto che fa, di noi discepoli, persone piene di gioia.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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