BALLABIO – Sarà un anno oratoriano 2021/22 che la Diocesi dedica in particolare agli Adolescenti perché hanno bisogno di quel riappropriarsi di spazi e di tempi che la pandemia ha tolto loro. L’oratorio cerca di rispondere con le sue risorse migliori all’emergenza educativa in corso e, mentre pensa con un lavoro condiviso alla nuova pastorale degli adolescenti, punta sul loro protagonismo e li invita ad accogliere in prima persona l’invito a fare dell’amore il criterio per una vita felice. Partendo da questo presuppo0sto la responsabile della Pastorale Giovanile Irene Manzoni ha dedicato il primo dei due giorni della Festa di apertura della fase invernale dell’oratorio di Ballabio ai ragazzini delle scuole medie con un gioco serale nella splendida cornice del Castello delle Madri Canossiane grazie alla disponibilità della superiora madre Eleonora Caccia.
Al gioco Speciale Medie hanno partecipato una ventina di ragazzi e ragazze che, divisi in due gruppi, dovevano recuperare degli indizi per trovare il codice numerico di un lucchetto per liberare il gruppo chiuso in una stanza dove erano tenuti “prigionieri”. A nascondere gli indicatori gli animatori e gli educatori che assieme alla responsabile hanno reso complesso il rompicapo che comunque i giovanissimi sono riusciti a risolvere e a liberarsi.
Domenica l’appuntamento con Gesù alla speciale messa delle 11:30 a San Lorenzo dove ha esordito il nuovo coretto dei bambini da poco costituito. Durante l’omelia il parroco don Benvenuto partendo dalle letture e dal vangelo ha spiegato ai presenti: “Questo è il linguaggio incomprensibile che tanti hanno ritenuto inaccettabile e se ne sono andati. Infatti hanno inteso queste parole in una maniera materialistica: mangiare carne e bere sangue è un linguaggio un po’ ripugnante e crudo. Ma noi siamo animati dall’amore verso Gesù, dalla fede nelle sue parole. Lui maestro di verità e di vita ci chiede un gesto chiaro e semplice: “Prendete e mangiate! Prendete e bevete! Facendo questo io sono con voi, io sono in voi”. Quello che è veramente necessario per accettare questa verità così bella della presenza viva di Gesù in noi e tra noi è l’atteggiamento tipico dei bambini piccoli che accettano senza discutere quello che dicono il loro papà e la loro mamma. Dio stesso ci conceda di avere questo atteggiamento e questa docilità che permette a Gesù di vivere in noi e di essere la nostra vita!“.
Quindi è stato dato il mandato educativo ai catechisti, gli allenatori e alle altre figure pastorali dell’Unità di Ballabio dove don Benvenuto citando le parole dell’arcivescovo Delpini ha detto che “Celebrare non è solo imparare, non è solo motivare l’impegno, non è solo rito, non è solo raduno. È grazia, è opera di Cristo che dona lo Spirito, che insegna, che si fa cibo per la vita, gioia per i cuori. Non possiamo evitare la domanda: come celebriamo i santi misteri? Quale comunità, quale Chiesa si “forma” nella celebrazione? Rendersi disponibile alla grazia che viene offerta dalla celebrazione può essere il frutto della proposta pastorale. […] Merita di essere esplorato e approfondito il tema della gioia, della festa, della celebrazione. […] La comunità credente celebra la sua gioia perché nella celebrazione i fedeli ricevono il dono della comunione con la Pasqua di Gesù, principio invincibile della gioia. La festa cristiana ha il suo fondamento nella celebrazione. È quindi necessario che, attraverso la cura delle celebrazioni, si creino le condizioni perché si esprima la gioia frutto dello Spirito. Le celebrazioni tristi, grigie, noiose sono forse il segno di comunità tristi, grigie, noiose: è come se lo Spirito fosse trattenuto, come se il “roveto ardente” fosse solo una fotografia”.
La domenica pomeriggio la pioggia non ha rovinato la festa dove in oratorio si sono svolti i programmati giochi per i bambini in forma alternativa seguiti dalla tombolata che si è svolta eccezionalmente in chiesa.