DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUINTA DOMENICA DI AVVENTO

Ci sono alcune cose che ci vengono dette nel Vangelo di oggi e che possiamo tranquillamente mettere da parte. La prima cosa è la discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Noi abbiamo imparato, ascoltando il Vangelo di Gesù, che la vera purificazione è quella che avviene nell’interno del nostro cuore, quando ci pentiamo dei nostri peccati, quando decidiamo di abbandonare la via del male per scegliere la via della giustizia, dell’amore e della pace. Questa è la vera purezza di cuore che ci rende graditi a Dio. Per il resto, lavarsi o non lavarsi, sta a noi: dipende dal nostro buon senso se vogliamo stare bene osservando le norme igieniche che tutti conosciamo. Dio non tiene conto delle volte che ci laviamo e del modo in cui lo facciamo. Ciascuno fa un po’ come vuole. Dio invece guarda il cuore di noi che siamo suoi figli.

La seconda cosa, detta con rispetto per tutti gli uomini che sono in ricerca interiore come tante persone di quel tempo, è il dubbio che tanti avevano su chi dovevano seguire e ascoltare: seguire Giovanni, maestro consolidato e di sicura dottrina fondata sui profeti, o seguire Gesù di Nazareth, il nuovo maestro apparso sulla scena di quel tempo? Anche su questo abbiamo le idee chiare: Giovanni per noi è un grande profeta, un grande santo che ha aperto la via a Gesù. Gesù invece è il Figlio eterno di Dio, il vero e unico Salvatore. Giovanni stesso si è professato bisognoso di essere salvato e purificato da Lui, da Gesù. Però ammiriamo quegli antichi discepoli che erano nel dubbio su chi dovevano seguire. Alcuni, come Andrea e Giovanni figlio di Zebedeo, hanno fatto il salto necessario: hanno abbandonato Giovanni Battista per seguire definitivamente Gesù. Altri non se la sono sentita di fare questo passo.

Un’altra cosa invece è assolutamente indispensabile e insuperabile. E’ come una chiave che ci viene offerta proprio dal profeta Giovanni per capire il grande evento che stava succedendo, anzi un evento che era già successo ma nessuno aveva ancora pienamente conosciuto e compreso. E’ il grande evento della Incarnazione di Dio che era già avvenuto nel silenzio della casa di Nazareth quando Maria ha detto il suo SI’ totale e pronto a Dio e quando a Betlemme, di notte, il bambino è nato e poi è stato chiamato Gesù.

Per capire quello che è successo e quindi cominciare a comprendere qualcosa di questo Gesù che comincia ad accogliere parecchi discepoli, Giovanni ci offre una indicazione chiarissima e alla portata di tutti: una festa di matrimonio. E’ una festa, e di solito è una grande festa! E si fa festa per tanti motivi: per l’amore che unisce lo sposo e la sposa, per i figli che verranno e che saranno fonte a loro volta di vita, di forza, di sostegno, per la pace e l’unione che uniscono due famiglie. Vita aperta al futuro, amore, pace, gioia: è bello e giusto manifestare quello che si ha dentro facendo festa! E’ la festa dell’amore e della vita! Questa è la chiave che ci permette di entrare nel mistero del Natale, il Natale di Gesù. Se ci distacchiamo da questa via anche la festa di Natale non è più festa e presto passa e lascia il vuoto. Se invece pensiamo all’amore che ha dato origine alla venuta di Gesù tra noi, la gioia interiore non passerà mai.

Deve essere chiaro questo: chi è lo sposo? E’ Gesù, è il Figlio eterno di Dio, colui del quale Giovanni dice: chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito. E chi è la sposa? Siamo noi tutti, è l’umanità intera della quale il Figlio vuole condividere tutto, tranne la disobbedienza. Tutto ciò che Lui ha lo vuole condividere con noi, suoi discepoli e amici, tutto ciò che noi siamo lo doniamo a lui, anche la parte più difficile della nostra vita come la fatica, le sofferenze e la morte. Questo è il matrimonio tra Dio è l’umanità: un evento di amore eterno e inesauribile. Tutto ciò che è nostro diventa suo, tutto ciò che è suo diventa nostro! Così come avviene nell’unione matrimoniale.

Domenica prossima esprimeremo questa cosa con le parola di un canto, alla comunione: O scambio di doni mirabile! Il Creatore del genere umano, nascendo dalla Vergine per opera di Spirito Santo, riceve una carne mortale e ci elargisce una vita divina. Ecco la festa di Natale che faremo tra pochi giorni: uno scambio di doni, un grande e mirabile scambio di doni tra Dio e noi!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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