DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELL’ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

La storia di Zaccheo è impressa nella nostra memoria. Quando si parla di lui tutti pensano al fatto che era piccolo di statura e questo, forse, ce lo rende un po’ simpatico. In fondo Zaccheo ci piace anche per quello che ha fatto: volendo proprio vedere Gesù che passa per strada circondato da tanta gente, ha pensato per questo di salire su un albero, per poterlo vedere meglio. Si accontentava di vederlo da lontano piuttosto che avvicinarsi a Lui passando in mezzo alla gente. Chissà, forse è stato per prudenza o anche per paura: in fondo lui era antipatico a tanta gente a causa del mestiere che faceva. Agli occhi della folla era un ladro e basta, un collaboratore dei romani, un peccatore per la professione che faceva. Ma era curioso di vedere chi fosse questo Gesù di cui avrà senz’altro sentito parlare. Era lontanissimo dalla sua mente il pensiero di incontrarlo personalmente. Non si riteneva all’altezza, non aveva titoli per pretendere un incontro personale. Non era malato da poter chiedere il dono della guarigione. Non era nemmeno un povero da chiedere di venire aiutato in qualche modo. Zaccheo stava bene, era “capo dei pubblicani e ricco” dice il Vangelo. Molto probabilmente non pensava neanche di poter chiedere a Gesù il perdono per avere rubato. Non si sentiva a posto, questo sì. Ma il passo di una vera conversione, un cambiamento radicale di vita, ottenere di nuovo la fiducia della gente: tutto questo non era a portata di mano. Era un passo troppo lungo per lui e anche impossibile da compiere per tanti motivi, non ultimo l’avversione e l’inimicizia della gente.

Ma quello che è impossibile agli uomini è possibile a Dio! E qui abbiamo un esempio molto bello di come Dio sia capace di superare ostacoli che alla mente umana sembrano impossibili da superare. Gesù si comporta veramente come Figlio del Dio vivente perché dimostra di conoscere bene, nel profondo del cuore le sue creature perché sono tutti suoi figli. Gesù ha letto nel cuore di Zaccheo e ha visto il suo desiderio che lo portava a cercare di vedere Gesù. E Gesù va incontro proprio a lui, supera la diffidenza della gente e anche il timore di Zaccheo: gli propone molto di più di quanto potesse chiedere: si dice disposto ad andare a casa sua. Cosa che Zaccheo, da solo, non avrebbe mai osato chiedere! Ma quando Gesù vede aperta la porta del cuore, nel venirci incontro va molto oltre le nostre aspettative.

Così ha fatto con Zaccheo. E ha ottenuto una risposta generosa, che Zaccheo non aveva preventivato: quella di una vera conversione! E la sua conversione non è consistita nel cambiare lavoro perché esigere le tasse per il governo non è un peccato. Il peccato è rubare! Il peccato è essere disonesti! Nel Vangelo non si dice che Zaccheo, “capo dei pubblicani e ricco” ha cambiato mestiere. Dice prima di tutto che vuole riparare il male fatto in passato restituendo quattro volte tanto quello che aveva rubato e dice anche che avendo accumulato tanta ricchezza decide di darne la metà ai poveri, alle persone che fanno fatica a vivere. Tutto questo lascia capire che Zaccheo continuerà ad esigere le tasse per conto del governo ma d’ora in avanti lo farà onestamente. Quanto all’antipatia e alla diffidenza della gente probabilmente continuerà ancora per un po’ perché è sempre molto difficile cambiare gli umori della folla.

Quello che è avvenuto quel giorno è un miracolo spirituale, avvenuto in una casa di Gerico nel sud della Palestina. Un vero miracolo di amore misericordioso dovuto al fatto che Gesù sa leggere nel cuore degli uomini e ha visto che nel cuore di Zaccheo che si era perduto dietro ai soldi e aveva perduto l’amore del prossimo c’era qualcosa di buono. Gesù, che improvvisamente si avvicina a Zaccheo quando è ancora sull’albero, Gesù che dice di essere disposto ad entrare in casa di Zaccheo superando le diffidenze della folla, vedeva quella bontà nel cuore di Zaccheo e l’ha fatta emergere. Zaccheo ha accolto Gesù in casa sua “pieno di gioia” e gli ha espresso il suo proposito.

Per Gesù, Zaccheo non è soltanto un capo dei pubblicani, uno che fa un mestiere rischioso e antipatico, ma è un figlio di Abramo. E Gesù dice di se stesso che è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. È quello che ha fatto quel giorno con Zaccheo e che vuol continuare a fare oggi e sempre con tutti noi!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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