DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELL’ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA DETTA “DEL PERDONO”

“Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo”. All’origine di questo bellissimo racconto di Gesù ci sta un fatto molto concreto: Gesù si lascia avvicinare da persone poco raccomandabili, oggi diremmo che Gesù frequenta le cattive compagnie. Agli occhi della gente per bene questo è intollerabile, o almeno è inopportuno, non sta bene. Se poi questa gente per bene sono gli scribi e i farisei, si meravigliano doppiamente perché sta scritto in molte parti della Scrittura che non bisogna frequentare i peccatori perché alla fine si impara a peccare e si prendono le cattive abitudini. Basta ricordare come inizia il Libro dei Salmi: “Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte!”. Ricordando queste parole la gente mormora e dice di Gesù: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”.

Queste parole di malcontento e di critica, per noi sono un annuncio molto buono. Ogni volta che ci raduniamo riconosciamo di essere peccatori e Gesù ci accoglie. È bello sentirsi accolti da Gesù, è bello sentire il carico dei nostri sbagli e trovare non uno che si lamenta e ci critica (o peggio, ci punisce!) ma uno che ci accoglie e ci comprende. E questo non è tutto perché sappiamo che si continua fino al perdono, alla vita nuova, ma fermiamoci qui: al fatto che Gesù accoglie i peccatori e gli piace stare in loro compagnia. Facciamo subito una scelta: restiamo dalla parte dei peccatori accolti da Gesù, non sentiamoci troppo facilmente gente per bene pronta a criticare quando vediamo il cattivo comportamento di tante persone. Siamo contenti di vedere Gesù che gode della compagnia dei peccatori, quindi Gesù gode quando sta con noi.

Però dobbiamo condividere anche l’atteggiamento di quei peccatori che quel giorno hanno circondato Gesù: a loro piaceva ascoltarlo! Sentivano che Gesù aveva parole buone per loro, parole piene di comprensione, parole che evitavano il giudizio duro e acido, parole che li faceva sentire persone amate e con una loro dignità. Forse queste parole le avevano dimenticate in mezzo alla gente normale. E invece anche loro avevano sete di rispetto, di verità, di amore, di comprensione, di amicizia. Ecco: hanno trovato in Gesù un amico che li comprende anche nella loro debolezza e nei loro sbagli, un amico capace di ricostruire la loro personalità.

Ricordiamo che la critica di quelle persone riguardava anche il mangiare insieme. Gesù non solo accoglieva i peccatori e insegnava a loro la retta via, ma si spinge fino a mangiare con loro. Agli occhi di qualcuno questo è troppo, perché condividere il cibo vuol dire condividere la vita, le abitudini, il linguaggio, le frequentazioni!

Allora Gesù non ha trovato di meglio che spiegare il suo comportamento con una storia stupenda. È la storia di un padre che ha due figli ma il figlio minore, dopo avere abbandonato il padre e aver provato quanto è brutta la fame, la carestia, la mancanza di amicizia vera e di affetti, ha il coraggio di tornare dal padre e il padre è felice di riaccogliere quel figlio perché è suo figlio e lo ama e lo ha aspettato per tanto tempo. Se uno sa cosa vuol dire avere un figlio queste cose le capisce, ma se non lo sa o non vuole saperlo, queste cose non le capirà mai. Ecco cosa ha voluto dire Gesù a quelle persone che lo criticavano: Lui, quei peccatori li ama per il semplice fatto che sono sue creature, sono suoi figli. È vero che hanno sbagliato in tanti modi e si sono allontanati da Lui, ma se ora ritornano a lui, Gesù è contento: Lui li accoglie e gode del loro ritorno! Questa gioia ci deve sempre accompagnare quando ci rendiamo conto di essere peccatori perché sappiamo di avere un Signore buono, sempre contento di accoglierci.

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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