DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: SETTIMA DOMENICA DOPO LA PENTECOSTE

Dio ha ascoltato il grido del suo popolo sofferente e schiavo in Egitto e ha mandato il suo servo Mosè a liberarlo. Ora noi vediamo che il popolo, dopo una lunga peregrinazione nel deserto, entra in una terra a lui completamente sconosciuta ma che è la stessa terra percorsa anticamente dai suoi antenati Abramo, Isacco e Giacobbe. Dio aveva promesso ad Abramo di dare alla sua discendenza questa terra bella e fertile. Ora è giunto il momento: Dio mantiene la sua promessa. Ma questo non è un passaggio facile nella vita del popolo. 

Ora alla guida del popolo c’è Giosuè, uomo forte e coraggioso, sul quale Mosè aveva imposto le mani per conferirgli il potere di guidare il popolo di Dio. La terra della promessa era già abitata da popolazioni locali che in un modo o nell’altro hanno sentito parlare di questo nuovo popolo che si sta avvicinando e che era stato aiutato da una divinità a loro sconosciuta ad affrontare molti pericoli e si era fatto la fama di un popolo invincibile perché il loro Dio sembrava essere il più forte di tutti gli altri dei. Per questo si sparge tra quelle popolazioni una specie di terrore davanti a questo popolo nuovo e sconosciuto. 

Ma gli abitanti di Gabaon, una cittadina poco più a nord di Gerusalemme, sono stati furbi e intelligenti: invece di considerare gli Israeliti come dei nemici, sono andati a cercarli per stabilire una alleanza con loro. Hanno fatto bene i loro calcoli. Hanno visto la potenza degli Israeliti, hanno avuto timore del nuovo Dio di cui non avevano mai sentito parlare, hanno capito in anticipo che non conviene a nessuno entrare in guerra, anzi è meglio trattare subito le condizioni per vivere in pace. E infatti gli Israeliti hanno imposto a loro lavori come tagliare la legna e 

quelli hanno accettato: meglio vivere lavorando piuttosto che morire perdendo tutto! Quanto è forte questo messaggio proprio in questi giorni nel nostro mondo! Un messaggio ancora inascoltato con tutte le guerre ancora in atto! 

Ma questo gesto è stato visto come un tradimento da parte delle città vicine, che si sono coalizzate e hanno mosso guerra non al popolo d’Israele ma alla città di Gabaon perché aveva stretto una alleanza con Israele e così si era assicurata la vita. Una grande paura assale gli abitanti di Gabaon a causa delle varie popolazioni che si sono coalizzate contro di loro. Cosa si fa quando si ha paura e si vede il buio davanti a noi? Quando sembra che tutto ci crolla addosso? La risposta è semplice: SI CHIEDE AIUTO! È quanto hanno fatto gli abitanti di Gabaon: mandano a chiamare Giosuè con cui si erano alleati e dicono: “Da’ una mano ai tuoi servi! Vieni presto da noi a salvarci e aiutaci, perché si sono alleati contro di noi tutti i re degli Amorrei, che abitano le montagne”. Giosuè non poteva restare indifferente perché l’alleanza è una cosa molto seria. Nell’alleanza colui che è più forte deve aiutare colui che è più debole. Per questo si fanno le alleanze e si cercano le amicizie: perché ci si aiuta gli uni con gli altri. Quello che abbiamo ascoltato è una storia di due popoli amici e alleati: il più forte ha aiutato il più debole in un momento di pericolo. Quindi è una storia di salvezza. 

In questa storia Dio si mostra come colui che agisce direttamente quando dice a Giosuè: “Non avere paura di loro, perché li consegno in mano tua: nessuno di loro resisterà davanti a te”. Il grande messaggio che noi impariamo da questa storia è lo stesso che abbiamo ascoltato domenica scorsa: Dio si sta manifestando a poco a poco come colui che libera e salva nel momento del pericolo. In questo caso Dio ha salvato un popolo che non lo conosceva (i gabaoniti) per il solo fatto che si erano affidati alla protezione di un uomo come Giosuè che era la guida del popolo di Israele. Tutto questo è stato espresso con un linguaggio trionfalistico e poetico (sole e luna, grosse pietre e grandine) che possiamo accettare anche con le sue esagerazioni, stando un po’ attenti a non prendere tutto alla lettera. Ma quanto è successo agli abitanti di quella città di Gabaon è quanto succede a noi credenti di oggi ed è quello che Gesù ha predetto nel vangelo: “Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!”.

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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