“Sei giorni prima della Pasqua” quindi proprio come oggi. Infatti mancano sei giorni alla Pasqua ebraica che celebrava la liberazione dalla schiavitù egiziana. Abbiamo ascoltato il racconto di una cena in onore di Gesù: la famiglia di Lazzaro ha pensato di ringraziare Gesù e fare una festa in suo onore per quello che ha fatto pochi giorni prima risuscitando Lazzaro dal sepolcro. Questo dimostra il loro cuore buono, pieno di amore per Gesù. In particolare viene mostrato il gesto di Maria che vuole dimostrare tutto il suo amore per Gesù profumandogli i piedi usando con abbondanza un profumo molto costoso: “trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso”.
Un gesto criticato da Giuda ma approvato da Gesù. Gesù però aggiunge alcune parole profetiche che mostrano quanto fosse viva la consapevolezza in lui di tutto quanto stava per succedere: “Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura”. Infatti fra sei giorni, mentre gli ebrei celebreranno la Pasqua, il suo corpo senza vita e pieno di piaghe verrà tolto dalla croce e verrà deposto nel sepolcro. Gesù ne era pienamente consapevole.Quindi l’atmosfera di quella festa in famiglia, che doveva essere festa di amore e di riconoscenza, viene rattristata prima di tutto dal cuore duro di Giuda che non sa apprezzare un gesto spontaneo così bello e spontaneo di Maria e pensa subito ai soldi. Ma soprattutto dal fatto che Gesù era a Betania, in una casa privata mentre le autorità religiose, i capi dei sacerdoti e i farisei, “avevano dato ordine che chiunque sapesse dove di trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo”. Dunque Gesù era un ricercato, considerato ormai come un criminale e un fuorilegge. Anzi, le stesse autorità decidono di uccidere anche Lazzaro perché stavano constatando che troppe persone, vedendolo vivo e sano dopo che aveva fatto l’esperienza della morte e del sepolcro, orientavano la propria vita verso Gesù. Quanto è triste per noi constatare che due racconti belli come il racconto di domenica scorsa che narrava la risurrezione di Lazzaro e il racconto di oggi che narra una festa del grazie, terminano ambedue con una decisione di condanna a morte! Perché?Il motivo è che quelle autorità religiose, cioè i responsabili dell’organizzazione della vita del tempio sacro e le guide che erano punti di riferimento della vita del popolo, sentivano con chiarezza che una persona come Gesù, con le sue parole stava demolendo a poco a poco tutto quel mondo che loro tenevano in piedi incutendo timore nel popolo. Un esempio facile da capire è che Gesù guariva i malati anche di sabato mentre per quei capi dei sacerdoti il sabato era assolutamente sacro e intoccabile.
Gesù invece lo tocca tranquillamente perché lui mette al centro la persona umana, l’uomo e la donna nella concretezza della loro vita e vuole il loro bene. Non è tanto importante l’osservanza minuziosa di tutte le leggi quanto il bene delle persone! È un messaggio che se non viene preso nel senso giusto può essere ritenuto pericoloso anche al giorno d’oggi.Però dobbiamo notare che nel racconto di oggi si parla di tante altre persone: sono coloro che abitano fuori città, lontano da Gerusalemme, ma salgono a Gerusalemme per compiere i riti pasquali. Sono un po’ curiosi e interessati ad incontrare almeno una volta quel Gesù di cui tutti parlano. Un miracolo come la risurrezione di un morto da quattro giorni nel sepolcro non è cosa da poco. È senz’altro sulla bocca di tutti! Per questo chiedono: “Che ve ne pare? Non verrà alla festa?”. Alla fine si dice di “una grande folla di Giudei” che viene finalmente a sapere che Gesù si trovava a Betania e allora corrono là, ma “non solo per Gesù ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti!”. Non capita tutti i giorni di poter incontrare una persona che è stata richiamata in vita dopo essere passata attraverso la morte!E alcuni fanno il passo decisivo della loro vita: credono in Gesù, cioè si avvicinano a Lui compiendo i primi passi di una conoscenza che, se poi verrà coltivata con perseveranza, si trasformerà in amore e sarà la forza della loro vita completamente rinnovata.
Ma questo preoccupa quelle autorità costituite e dà a loro molto fastidio. La vita stessa del popolo viene scardinata o meglio trasformata e in quel popolo nuovo non ci sarà più posto per loro, a meno che anche loro decidano di cambiare vita.Tutto questo non è solo storia passata, è storia anche dei nostri tempi. Quando uno segue Gesù e mette al centro della sua vita l’amore per Dio e per i fratelli si toccano tanti interessi privati ed è normale che tanti si ribellano. Ma la rivoluzione portata da Gesù che ha vinto la morte non la può fermare nessuno.
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Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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