Abbiamo ascoltato il racconto di un omicidio. Del primo omicidio. Anzi di un fratello che uccide il suo fratello. Questo è l’inizio di una storia drammatica che arriva fino ai nostri giorni e di cui tutti noi facciamo parte. Anche le tremende guerre di oggi sono fratelli che uccidono i fratelli!Ma la prima cosa che vogliamo imparare e ricordare ascoltando questaparola di Dio è che noi non facciamo parte di una storia maledetta, come sefossimo vittime di un destino cieco che ci porta alla distruzione e alla fine di tutto!La nostra storia è una storia di vita che è saldamente nelle mani di Dio che ci hacreato ed è nostro Padre. Nessuno gli toglierà di mano questo potere che è unpotere di vita e di amore! Anche domenica scorsa, ascoltando il racconto delladisobbedienza, abbiamo sentito che l’uomo “chiamò sua moglie EVA perché ellafu la madre di tutti i viventi!”. E anche oggi la storia inizia bene anche se è la storiadi due persone che hanno disobbedito a Dio mangiando il frutto dell’albero dellaconoscenza del bene e del male. In fondo si tratta di persone che pensano diessere maturate al punto di sapere bene che cosa è bene e cosa è male perciascuno di noi.
L’uomo, volendo bene a sua moglie ha fatto il bene. Eva ha concepito un figlio e ha preso coscienza che questo è un dono del Signore che continua ad amarla. “Ho acquistato un uomo grazie al Signore”. Questa è una cosa buona: sia la nascita di una nuova vita sia la riconoscenza verso il Signore che è fonte della vita. Non è forse così anche al giorno d’oggi per ogni bambino che viene concepito? Un’altra cosa molto buona è che Dio dialoga con i suoi figli. Dio che conosce nel profondo i cuori di tutti noi. Dio, che non ha bisogno di niente ma da padre è contento di vedere l’affetto dei suoi figli, è contento di vedere il cuore buono e generoso di Abele, che presentò al Signore “primogeniti del suo gregge e il loro grasso”. Dio vede anche nel cuore di Caino e desidera aiutarlo, vuole educarlo e lo mette in guardia: c’è qualcosa di strano che è contro di lui. Però si tratta di qualcosa che si può vincere e dominare. Dio lo chiama: “il peccato che è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto e tu lo dominerai”. Per questo bisogna agire bene. Se ci si comporta bene non c’è niente di cui avere paura e andare in giro con il volto triste, arrabbiato e abbattuto. Lo si dice anche in modo popolare: Male non fare, paura non avere! E per agire bene occorre semplicemente seguire la voce della coscienza che è la voce di Dio che parla in noi. Ormai tutti sappiamo che cosa è bene e che cosa è male. Tutti sappiamo che la vita è un bene e che la morte è un male. Tutti sappiamo che l’amore è il bene e la violenza e l’odio sono un male. Bisogna solo vigilare perché certe volte l’amore ci appare con il volto del sacrificio e del distacco dalle cose e spesso il cuore diventato pigro e possessivo, non ce la fa a scegliere l’amore. Allora sceglie il male, spesso senza accorgersi. Un altro segno bello di questa storia che è storia di vita è ancora Dio che non permette che Caino venga ucciso. La punizione di un omicidio non deve essere un altro omicidio perché così la violenza si moltiplica a dismisura. Invece la violenza è una catena brutta che va interrotta.
Il grande errore di Caino non è stato l’omicidio ma è stata la disperazione quando ha detto: “Troppo grande è lamia colpa per ottenere perdono”. E Dio impone a Caino un segno che è ancora un segno di protezione e di vita: nessuno lo deve punire per quello che ha fatto!Anche oggi ciascuno di noi ha tanto da imparare dalla storia dei due fratelli Caino e Abele.Ma dopo aver capito che tutto questo è storia di vita possiamo rispondere a una domanda molto frequente in questi giorni e in questi anni: cosa possiamo fare noi per far sì che venga la pace? Si parla di iniziative della diplomazia e dialoghi di pace, anche i Papi scrivono i loro messaggi e li mandano al mondo, si propongono iniziative di solidarietà, siamo invitati a pregare per la pace. Tutte cose molto buone che vanno avanti da anni ma che portano avanti altre persone. Ma la cosa che siamo invitati tutti a fare è quella che ci dice il Vangelo: se c’è qualcosa che ti mette CONTRO il tuo fratello, lascia stare tutto, anche la preghiera, anche l’offerta che vuoi fare a Dio e al tempio, e va prima a riconciliarti con il tuo fratello, poi torna a fare le tue cose! Diventiamo uomini e donne di pace nella vita quotidiana, sempre, con chi ci sta vicino. Il resto, cioè il futuro e il mondo intero, lo lasciamo nelle mani di Dio!
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Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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