DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUARTA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DEL PRECURSORE

Gesù, che abbiamo conosciuto come il centro della storia, il re dell’universo, oggi lo sentiamo vicino a noi, a ciascuno di noi e ci fa una domanda: “Tu hai mangiato oggi? E cosa hai mangiato? Stai bene?”. E così quel Gesù che nei mesi scorsi abbiamo conosciuto come un personaggio verso cui era orientata la storia di patriarchi, di re, di profeti, insomma un personaggio molto importante che deve fare molte cose e verso il quale sono orientate le aspettative di tantissime persone, è in realtà una persona che si avvicina a me, proprio a me, a ciascuno di noi! 

Ciascuno di noi è importante per Lui! Riteniamo tutti di essere persone normali, semplici, ciascuno con i propri impegni quotidiani centrati sulla casa, sul lavoro, sulla famiglia. Persone senza alcuna particolare importanza. Quelle persone particolarmente importanti appaiono in televisione e fanno viaggi e dicono cose di cui tutti parlano. Ma di noi non si dice nulla se abbiamo accompagnato i bambini a scuola, se abbiamo cucinato, se ci siamo lavati, se abbiamo mangiato e cosa abbiamo mangiato. Siamo tutti un po’ come quella donna di Samaria che aveva bisogno di acqua per la sua casa e va al pozzo a prenderne un secchio ma va verso mezzogiorno, in un momento in cui non c’è nessuno. Credeva di non trovare nessuno e invece c’era un uomo che la aspettava. Parlando del più e del meno, a un certo punto, di fronte a cose un po’ difficili, la donna dice: “Su queste cose aspettiamo il Messia! Quando lui verrà ci spiegherà tutto!”. E Gesù le dice: “Sono io, che parlo con te!”. Gesù, potremmo dire, ha tempo da perdere con uno come me! Ma non ha cose più importanti da 

fare? Le urgenze del mondo sono tante! Al tempo della samaritana e oggi ancora di più! E per di più mi fa delle domande banali: “Hai mangiato? Stai bene? Cosa hai mangiato?”. Sono domande che centinaia di volte una mamma fa a suo figlio! 

Per vivere e stare bene bisogna mangiare, questo è chiarissimo per tutti. Ma proprio partendo da qui Gesù vuole aggiungere qualcosa di più rispetto a quello che ci si dice in famiglia quando ci si preoccupa della salute. Gesù ci ricorda che tutto il cibo che mangiamo viene digerito e fa stare bene il nostro corpo. Ma c’è una parte di noi che non viene nutrita dal pane che va nello stomaco. 

C’è in noi una coscienza, una mente, uno spirito che fa di noi esseri viventi, intelligenti e liberi! Anche questa parte va curata e nutrita. Ci vuole un pane diverso, Gesù lo chiama “un pane vivo” che fa vivere e vivere per sempre! Questo pane è veramente speciale perché nessuno macina il grano per prepararlo. Questo pane in realtà “discende dal cielo” cioè è un dono di Dio: te lo offre con abbondanza e con gioia, devi solo aprire le tue mani e accoglierlo con riconoscenza. E alla fine Gesù dice chiaramente: “Questo pane sono io! Tu devi nutrirti di me!”. 

La reazione dei primi ascoltatori di Gesù è stata negativa: “Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro”. Nello stesso racconto del Vangelo si parla di mormorazione e alla fine si conclude dicendo: “Questo linguaggio è duro! E chi può comprenderlo?”. 

La nostra reazione dovrebbe essere diversa. Prima di tutto dovremmo dire grazie a Gesù che apre i nostri occhi sulla realtà di noi stessi: siamo figli di Dio che ci ha creati a sua immagine, non siamo solo corpi da curare e nutrire! Una volta che abbiamo mangiato e stiamo bene fisicamente ci rimane ancora tanto da fare per dire di essere veramente uomini e donne come Dio ci vuole, suoi figli e sue figlie! Invece siamo sempre pronti a cadere nel rischio di pensare che quando c’è un po’ di salute tutto va bene e non ci si può lamentare. E poi dobbiamo accogliere con riconoscenza il dono che Gesù ci fa della sua Parola, della sua amicizia, della sua Presenza in noi e tra noi. Tutto questo per noi è cibo autentico, buono, vero che ci nutre davvero e che ci apre a un dono davvero straordinario: quello di vivere nell’amore e di vivere per sempre. Ecco le parole di Gesù: “Chi mangia questo cibo rimane in me e io in lui. Colui che mangia me vivrà per me”. Questa è la vita nell’amore. E poi c’è l’eternità: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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