BALLABIO – Un cielo limpido e un sole generoso hanno fatto da cornice, alla celebrazione della messa in cima al Monte Due Mani, appuntamento annuale organizzato dal CAI sottosezione Casimiro Ferrari di Ballabio in memoria di coloro che hanno perso la vita in montagna. L’iniziativa ha raccolto una buona partecipazione: decine di persone sono salite lungo i vari sentieri che portano alla vetta, incontrandosi lassù in un clima di raccoglimento e condivisione. Uomini e donne di ogni età hanno affrontato il dislivello con passo lento ma deciso, spinti dalla volontà di onorare chi non c’è più, in un contesto naturale che richiama alla riflessione e al rispetto.
La funzione religiosa è stata celebrata da padre Giovanni, appartenente all’ordine dei Padri Somaschi di Como. Le sue parole, semplici e profonde, hanno toccato il cuore dei presenti, sottolineando come la montagna – con la sua bellezza, ma anche con i suoi pericoli – sia da sempre luogo di sfida, di introspezione e di memoria.
Il silenzio della vetta, rotto solo dal vento e dal mormorio delle preghiere, ha contribuito a rendere il momento ancora più intenso. È stato un tempo sospeso, lontano dal ritmo frenetico della quotidianità, in cui ciascuno ha potuto rivolgere un pensiero a chi è caduto affrontando la montagna, sia in cerca di avventura che per amore della natura.
Dopo la celebrazione, molte persone si sono intrattenute sulla cima, condividendo ricordi, saluti e gesti di affetto. La giornata si è conclusa in un’atmosfera serena, dove la bellezza del paesaggio si è unita al valore della memoria, rinsaldando il legame profondo tra l’uomo e la montagna.
Questa celebrazione, ormai sentita e consolidata nel tempo, rappresenta non solo un’occasione di preghiera, ma anche un messaggio di unità: salire insieme, da percorsi diversi, per ritrovarsi nel ricordo. Un gesto che, ogni anno, rinnova il significato profondo di questa vetta come luogo di incontro, di silenzio e di speranza.


