Abbiamo ascoltato poco fa la conclusione del libro del profeta Isaia. Isaia è il profeta che ha parlato della vergine che avrebbe concepito un figlio che sarà chiamato Emanuele che vuol dire “Dio con noi”. È il profeta che ha parlato anche di un misterioso servo di Dio, fedele e obbediente, provato dal dolore e dalla sofferenza fino alla morte ma che è destinato a vincere la morte e a rivedere la luce. Anche Gesù ha citato spesso il profeta Isaia. Lui diceva di essere venuto a compiere le Scritture. E tante parole che Gesù ha detto o tanti fatti che Gesù ha compiuto si trovano davvero nel libro di Isaia.
Dunque che cosa abbiamo ascoltato poco fa come conclusione di tutto il libro, uno dei più lunghi di tutta la Bibbia? Abbiamo ascoltato qualcosa come un sogno meraviglioso. Noi non sappiamo se Isaia ha avuto anche una visione. Ma anche noi abbiamo provato a sognare. Raccontare di giorno i sogni che abbiamo avuto di notte non è mai facile. Alcuni particolari vengono dimenticati, magari facciamo fatica a ricordare tutto, però una cosa la sappiamo dire: se è stato un bel sogno che ci ha lasciato un sentimento di gioia o se si è trattato di un brutto sogno che ci ha procurato angoscia o dubbi. Sicuramente Isaia ha ricevuto una ispirazione dallo Spirito Santo e ci ha descritto qualcosa di grande e di bello.
Ci ha parlato di un raduno di tutte le genti, di tutti i popoli della terra. Tutti vedranno la gloria di Dio! Anche dalle regioni che vengono considerate lontane: i popoli che le abitano che non hanno mai sentito nemmeno parlare di Dio e non l’hanno mai invocato, accoglieranno persone che annunceranno la grandezza e la gloria di Dio. Chi sono queste persone? Stranamente vengono chiamate superstiti: sembrano essere persone che, pur appartenendo ciascuno al
proprio popolo, vanno da altri popoli a parlare di Dio. Questo grande raduno di popoli è convocato da Dio stesso. Dio che ha creato tutti i popoli vuole finalmente vederli tutti riuniti attorno a sé come un padre e una madre che hanno avuto tanti figli organizzano un incontro con tutti loro: vogliono godere della loro compagnia e i figli riconoscono la bontà e il merito dei loro genitori cui sono infinitamente riconoscenti! Un grande incontro di una famiglia numerosa dove tutti godono della presenza e dell’amore gli uni degli altri.
Che cosa è tutto questo? Un bel sogno o una semplice illusione? Forse qualche volta può succedere in qualche famiglia ma non a tutte. Eppure il profeta parla di tutti i popoli. Guardiamoli oggi tutti i popoli: così spesso in lotta gli uni contro gli altri! Forse si tratta di un sogno la cui realizzazione è spostata a un futuro ancora molto lontano! E invece no! C’è qualcosa di vero anche oggi, qui ed ora. Prendiamo solo l’esempio della nostra terra: sappiamo che una quarantina di persone tutte originarie del lecchese sono sparse in tutti i continenti non come turisti ma come annunciatori di Dio che è Padre? e però dobbiamo anche sapere che un crescente numero di persone dall’Africa, dall’India, dal Myanmar e da altre zone del mondo sono qui da noi per lo stesso motivo.
Qui a Lecco una volta all’anno ricordiamo con riconoscenza tutte queste persone che chiamiamo missionarie perché sono inviate a parlare di Dio e della sua gloria e del suo amore. Lungo quest’anno pastorale faremo questa celebrazione al santuario della Vittoria il 19 di gennaio.
È la realizzazione di una parte del sogno di Isaia, rimangono ancora tanti altri passi da fare. Quando Dio dice dei fratelli da tutte le genti che “arriveranno al mio santo monte in Gerusalemme” che cosa significa: un luogo geografico come la città capitale di Israele o quella città è immagine di qualcosa di spirituale che è la comunità dei credenti fedeli a Dio? I nomi strani che abbiamo sentito secondo la geografia conosciuta al tempo di Isaia indicano l’apertura a tutto il mondo conosciuto. Al suo tempo la fine del mondo erano le terre di Spagna (Tarsis) poi vengono nominate le terra d’Africa come la Libia e l’Etiopia, le regioni dell’attuale Turchia e infine siamo coinvolti anche noi nominati per ultimi: Iavan sono le terre toccate dal mare Ionio: Grecia e Sud Italia. Oggi le nostre conoscenze sono più ampie ma il messaggio è lo stesso: da tutto il mondo Dio Padre vuole radunare tutti i suoi figli e gioire con loro.
Quel giorno verrà sicuramente e noi viviamo secondo questa speranza. Ogni sforzo che si fa per costruire la pace tra i popoli e ogni nostro atto di buona volontà e di pace nella nostra vita quotidiana sono dei passi che ci avvicinano sempre di più a quel giorno!
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Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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