DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA PRIMA DOMENICA DOPO LA DEDICAZIONE

Queste parole di Gesù si trovano alla fine del Vangelo secondo Matteo. È la conclusione di tutta la vicenda terrena di Gesù: la sua nascita a Betlemme, la sua infanzia e giovinezza a Nazareth, gli incontri con gli amici e gli scontri con i nemici che l’hanno condannato a morte, e poi la sua risurrezione da morte. Tutto questo è avvenuto nel giro di pochi anni in un territorio molto limitato come l’attuale Palestina. Anche i suoi amici sono pochi. Ora sono ridotti a undici: uno ha abbandonato il Maestro consegnandolo ai suoi avversari, gli altri sono deboli e incerti. Tutto questo parla di fragilità, di debolezza, di scarsità di risorse, di brevità del tempo. Quindi sarebbe facile lasciarsi prendere dallo scoraggiamento perché le forze svaniscono, perché sono rimasti in pochi, perché hanno sbagliato, perché hanno paura. 

Eppure, Gesù apre davanti a loro uno scenario che non è solo grande, ma è addirittura universale, aperto a tutto il mondo. Nelle parole di Gesù non ci sono limiti: “ogni potere …” “tutti i popoli …” “tutto ciò che vi ho comandato …” “tutti i giorni …”. Queste parole sono veramente incoraggianti e ci donano la forza interiore che si chiama speranza. 

Quello che abbiamo detto prima a proposito degli apostoli rimasti in undici vale anche per noi: il tempo che scorre veloce e la nostra vita ci appare breve, abbiamo tutti i problemi di salute, sentiamo la nostra incapacità nel far fronte a situazioni sempre nuove, ci sentiamo inadeguati e spesso abbiamo paura, soprattutto quando sopravvengono situazioni difficili. Alla fine, è la vita stessa che non ci piace più. C’è chi reagisce con la rabbia perché le cose non vanno mai bene, altri con la depressione o la noia, altri cercano di non pensarci e di svagarsi 

in qualche modo. Ma in noi c’è ancora un po’ di fede che ci fa avvicinare al Signore Gesù che ci dice: “A me è stato dato OGNI POTERE in cielo e sulla terra”. Siamo amici di Colui che è il più grande e il più potente di tutti. Certe volte si dice “il potente di turno” per dire di qualcuno che crede di fare e strafare e dopo un poco non c’è più. Tutti i potenti di oggi sono “di turno” perché presto o tardi passeranno tutti anche se ne verranno altri. Credono di avere un potere illimitato fondato sul consenso dei voti, sulle forze tecnologiche, sul potere finanziario, sulle armi e sulle bombe. Ma il loro potere passa ed è molto limitato. Il potere di Gesù è illimitato ed eterno, dura sempre, e si tratta di OGNI potere. Certo, prima di tutto è il potere dell’amore senza fine che Lui ha già manifestato sulla croce ma è anche il potere sul mondo intero e sul destino dei popoli. 

E Lui che è così potente dice a noi poveri e deboli ma sempre suoi amici: “Sono con voi TUTTI I GIORNI fino alla fine del mondo”. Sono le parole che dovremmo ripeterci mentalmente soprattutto nei momenti in cui sperimentiamo la solitudine: “Non sono solo! Gesù è con me, adesso, qui!”. Sono le parole che non ci permettono di lasciarci andare o di ritenerci sconfitti o falliti! 

Poi Gesù ci invita ad andare da “TUTTI I POPOLI!”. Si potrebbe dire che è una esagerazione. È evidente che non si può prendere tutto alla lettera. Ma Gesù non lo dice a una persona, lo dice a un gruppo e quindi a tutti quelli che avrebbero preso il loro posto: oggi siamo noi, la Chiesa di oggi che è sparsa su tutta la terra. Ma noi siamo coinvolti nel modo di pensare: pensiamo al piano di Dio Padre che ama tutte le sue creature e vuole che tutti gli uomini e le donne siano salvi, cioè, vivano nell’amore, il Padre vuole tutti con sé per sempre perché Lui ama tutti. Nel suo pensiero vengono meno tutte le separazioni e le distinzioni causate dai confini delle nazioni, dalla razza, dalla cultura, dalla lingua. Nel suo cuore c’è spazio per tutti e nel caso di quei figli che si sono comportati male o si comportano male ora, il Padre fa di tutto perché si convertano e accolgano il suo perdono e la sua misericordia. Noi siamo chiamati a condividere questo modo di pensare e a farci portatori di questo amore nella vita quotidiana. 

Tutto questo è anche il senso delle altre parole di Gesù: “TUTTO CIÒ CHE IO VI HO COMANDATO”. Non si tratta di ricordare a memoria quello che è scritto nei libri dei vangeli. Perché Gesù è venuto tra noi a dirci una sola cosa: ABBIAMO UN PADRE CHE CI AMA! 

Poi tocca a noi tirare le conclusioni: siamo tutti fratelli! Accogliamo con gioia Gesù che ce lo ha detto! Vogliamoci bene! Viviamo in serenità e in pace perché il Padre ci aspetta e un giorno lo vedremo faccia a faccia! Queste sono le parole che fanno nascere in noi quella forza che si chiama SPERANZA.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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