LA MEDITAZIONE DI DON GIANBATTISTA: TRASFIGURAZIONE

Celebrando la festa della “Trasfigurazione” – come siamo soliti chiamarla – richiamiamo la verità profonda del Signore Gesù. Figlio di Dio (così ci è proclamato dalla voce del Padre) ma insieme anche, veramente, di Figlio dell’uomo (come subito si mostra ai discepoli mentre scende dal monte). Deve infatti soffrire, morire e risorgere: questa la missione di salvezza per l’uomo perché sia riscattato dalla condizione di debolezza – il peccato d’Adamo – in una ricomposizione dell’umano da parte, appunto, del Figlio dell’uomo. Gesù prende con sé gli intimi con cui condivide momenti tra i più significativi di sé: nel cammino della missione e nei momenti di intimità luminosa o sofferta col Padre. Sul Tabor, adesso, come già nella casa di Giàiro e più tardi a condividere – pur in modo defilato – l’angoscia di passione e morte.

Pietro, Giacomo e Giovanni partecipano trepidanti all’avventura di luce temendo che la teofania possa togliere loro la vita (secondo l’antico timore per chi veda Dio); ma Gesù, come farà nel Getsemani, li riscuote e dà loro il senso di ciò cui hanno partecipato rassicurandoli: “Non temete”. In quella vicinanza con Dio, non v’è rischio di vita: si sono anzi accostati a pienezza di vita, non solo mortale. Scendendo dal monte Gesù dà conto del senso del suo partecipare all’umanità, benché Figlio di Dio. Lui è veramente Figlio dell’uomo nella sofferenza, nella morte; ma per la risurrezione che non vincerà, per sé solo, la morte, ma per ogni uomo che da quella morte è riscattato a vita nuova.

Mosè ed Elia testimoniano, accanto a Gesù, la continuità di Parola ed ispirazione profetica nel Figlio di Dio che si fa per noi Figlio dell’uomo. La voce di Dio indica in questo Gesù, uomo visibile, Figlio dell’uomo; il proprio Figlio: il Figlio di Dio che dà tutto se stesso, giocandosi sino in fondo, per l’uomo.

Scarica il Foglietto degli avvisi –> Foglietto numero 81

DON GIAMBATTISTA MILANI RITAGLIODon Gianbattista Milani
Parroco di Ballabio