IL COMUNE APPESO A UN FILO. ATTENDENDO SVILUPPI, IL CASO BARECH È “CONGELATO”. E ADESSO…

BALLABIO – Una giornata decisiva per le sorti dell’attuale amministrazione comunale a guida Bussola. Frase scontata, ma tant’è alla luce del “drammatico” (politicamente, le tragedie vere oggi come oggi sono tutt’altre) consiglio di lunedì sera che ha visto andare sotto la “mezza” maggioranza ben due volte. Una delle quali detonante, poiché trattandosi del voto sul bilancio di previsione triennale 2022/24 la sberla subita dalla giunta in carica non è solo un fatto diciamo così “estetico” ma ha conseguenze pratiche (legali) estreme.

Queste, come recita una nota tecnica del Ministero dell’Interno:

Il termine per l’approvazione del bilancio era ed è il 31 maggio di ogni anno. Dunque oggi, nello specifico. A questo punto, dato che il preventivo di Ballabio è stato bocciato il Comune va verso lo scioglimento. Probabile, anzi certo che Bussola oggi si rechi dal Prefetto di Lecco Sergio Pomponio il quale prenderà le decisioni del caso. Pochi gli scenari possibili: il più “morbido” è il tentativo di ricomporre la situazione, con il rappresentante del Governo nel Lecchese che tenta una improbabile mediazione tra parti che a oggi sono fieramente contrapposte. Rimettere insieme la maggioranza dopo l’esibizione politica dei “ribelli” consonniani di ieri sera sembra difficilissimo, ma anche trovare una sponda da parte dell’opposizione appare compito duro.

Un approccio (vedi foto) lo ha tentato appena dopo la burrascosa seduta direttamente il sindaco, che all’esterno della sala consiliare ha discusso per qualche minuto col capo della minoranza Manuel Tropenscovino. A quanto risulta alla nostra redazione, senza esito.

Dunque, l’ipotesi prevalente è quella che Pomponio prenda atto del quadro insanabile e disponga il commissariamento con l’invio a Ballabio di un incaricato della Prefettura – per gestire la lunghissima fase nella quale il paese sarà senza guida politico-amministrativa. Già, perché in forza di legge se la giunta cade così a ridosso di una tornata elettorale (generale, vedi referendum e voto in alcuni altri Comuni, il 12 giugno), le nuove elezioni vengono fissate alla successiva scadenza ovvero in questo caso a primavera del 2023.

In pratica, se “salta” Bussola Ballabio si troverà guidata da un commissario prefettizio per un anno. Il che a sua volta comporta zero scelte di indirizzo, grandi decisioni compresa quella sul famoso caso Barech – a questo punto destinato a slittare a lungo – ma solo la cosiddetta “ordinaria amministrazione”. Uno scacco imbarazzante per un municipio importante come il nostro, con 4mila e più abitanti senza un sindaco e soprattutto privati della possibilità di prendere decisioni di rilievo. A partire da quelle economico-finanziarie.

Un momento di gravità assoluta per l’istituzione ballabiese, che giustifica l’uscita quasi “drammatica” della segretaria comunale Antonina Barone: ieri sera, al momento del voto-mazzata sul bilancio, quest’ultima ha preso la parola rivolgendosi ai tre “dissidenti” della maggioranza chiedendo loro se si rendessero conto delle conseguenze della loro scelta. Ricevendo un chiarissimo “Sì” da parte dell’ex assessore Luca Pirovano.

Sulle cause del clamoroso no dei tre ribelli e sulla escalation che ha portato a questa incredibile rottura interna a ‘Nuovo slancio’ è in preparazione un articolo che verrà pubblicato in mattinata, ancora su BN.

RedPol


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