DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA QUINTA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

“Abramo, il quale è padre di tutti noi”. Così dice l’apostolo Paolo parlando di Abramo come uomo di fede. Una fede che anche noi dovremmo cercare di imitare, essendo spiritualmente suoi figli. Tanti anni prima Dio aveva chiamato Abramo a lasciare la sua terra e i suoi parenti e a partire per una terra lontana che gli avrebbe indicato in seguito. Data la sua età, aveva infatti settantacinque anni, questo viaggio incerto avrebbe comportato molti rischi ma Abramo compie il suo primo atto di fede e parte con la moglie Sara e Lot, suo nipote, figlio di suo fratello. Lui infatti non aveva figli e questo era una vera disgrazia. Ma Dio promette ad Abramo una sterminata discendenza e anche una terra feconda da abitare. Passano 25 anni, dunque arriva alla soglia dei 100 anni ma Abramo continua ad essere straniero in quella terra e il figlio non è mai arrivato. Cosa c’è di più facile che pensare: “Mi sono sbagliato a fidarmi di Dio! O forse ho capito male! O forse Dio si è dimenticato e non vuole o non può mantenere le sue promesse!”? E invece no.

Ecco ancora cosa dice l’apostolo Paolo: “Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace do portarlo a compimento”. Davvero Abramo ha continuato a credere, “saldo nella speranza contro ogni speranza”, oggi diremmo contro ogni ragionevolezza. Infatti chi di noi ritiene oggi ragionevole una coppia centenaria che desidera avere un bambino? Ma Abramo ha continuato ad aspettarlo solo perché Dio glielo aveva promesso. Così ci testimonia che il Dio nel quale lui crede non è paragonabile a nessuno degli altri dei venerati presso i vari popoli e nemmeno i dei venerati dai suoi familiari. Il Dio nel quale Abramo crede diverso da tutti gli altri dei perché è l’unico “che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono!

Nella prima lettura dal libro della Genesi cogliamo Abramo in un momento particolare della sua vita. Un giorno Abramo riceve la visita di tre persone misteriose che incutono un sacro timore e rispetto. Abramo li accoglie con tutti gli onori. Salutandolo prima di accomiatarsi dicono: “Tornerò da te l’anno prossimo e allora Sara, tua moglie, avrà in braccio un bambino!”. Poi viene il momento della confidenza: Dio tratta Abramo come un amico al quale si dice tutto e allora gli confida il suo progetto di portare a termine a Sodoma. E dice così a proposito del suo amico: “Io l’ho scelto perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto perché il Signore compia per Abramo quanto gli ha promesso”. Ma in quel momento Abramo non aveva neanche un figlio! Eppure non si dice che si sia lamentato di Dio o che abbia dubitato della sua parola e di ciò che gli aveva promesso.

Anche Gesù parla di Abramo come colui che “siede a mensa nel regno di Dio” con Isacco, il figlio della promessa, Giacobbe e tutti i profeti. E questo è un messaggio chiarissimo per tutti noi: si entra nel regno solo se condividiamo la stessa fede del nostro padre Abramo. Questo è l’atteggiamento che ci rende graditi a Dio. Una fede che fiorisce nell’amicizia e nel dialogo, come ha fatto Abramo nel racconto della prima lettura, una fede che imita la fiducia e l’abbandono dei bambini piccoli che si lasciano prendere in braccio dai loro genitori, una fede che si manifesta nell’obbedienza e nell’ascolto, come ogni figlio dovrebbe fare nei confronti dei suoi genitori. È veramente impressionante che ci siano persone che dicono: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze” e poi si sentono dire: “Voi non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Dio ci salvi da questa grande disgrazia. Ci mantenga invece sulla via della fiducia totale in Lui che ci accoglie anche quando siamo caduti e ci siamo sporcati ma la nostra totale fiducia in lui si manifesta anche nella certezza che Dio ci ama così tanto da volerci perdonare!

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

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