MORTERONE, MUSEO ALL’APERTO: VUOTO, LUOGO E SPAZIO NELLA NUOVA OPERA DI MICHEL VERJUX

MORTERONE – Dopo la mostra del 2012 di Michel Verjux a Morterone che prevedeva un intervento di quattro proiezioni luminose sulle facciate di altrettanti edifici dislocati nella vallata in modo che, da un medesimo punto d’osservazione, si potesse coglierle tutte con lo sguardo “dentro l’immenso cielo notturno”, il Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone continua con la sua programmazione e quest’anno l’artista francese ha installato, all’esterno della Casa dell’Arte, una nuova opera dal titolo Pliée découpée: à hauter d’homme (corps et vide), 2022, acciaio inox, 200x266x133 cm.

Michel Verjux dal 1983 concepisce la sua opera come intervento luminoso ma in questa occasione vuole indagare con nuovi termini l’idea di vuoto, luogo e spazio in dialogo con l’ambiente esterno e in relazione alla architettura della Casa dell’Arte.

La scultura, realizzata con una lastra di acciaio inox piegata e tagliata da fessure semicircolari, intende evidenziare come “si renda percepibile, praticabile e intellegibile il fatto che il vuoto, il luogo o lo spazio siano necessari per gli oggetti e i corpi, per la loro esistenza, la loro posizione e il loro movimento”.

ll progetto del Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Morterone nasce dalla concezione poetico-filosofica della Natura Naturans del poeta Carlo Invernizzi. Questa visione pone al centro delle proprie riflessioni l’uomo, nella sua relazione con quanto lo circonda, e la sua capacità di percepire e sentire ciò che gli sta intorno non come un qualcosa di estraneo o accessorio, ma come parte integrante del divenire vitale.

L’Associazione Culturale Amici di Morterone viene fondata nel 1986 per tradurre in fare attivo la visione poetica e per trasformare Morterone in un laboratorio di creatività. Dal 1988 quest’idea si traduce nel voler costituire un Museo degli artisti; museo inteso non come insieme di opere o di oggetti, ma di pensieri e di creatività.

Proprio per le caratteristiche ambientali di Morterone, presto esso assume la forma di un grande museo a cielo aperto che oggi conta più di trentacinque opere immerse nella natura e disseminate tra le case del paese e sulle pareti degli edifici.

Le opere sono state realizzate dai grandi protagonisti dell’arte internazionale, giunti a Morterone per incontrare questa visione poetica assolutamente unica, dove l’arte non viene semplicemente spostata in esterni, dai musei o da altri spazi deputati, per essere fruita nella natura, ma viene concepita strettamente in relazione ad essa.

All’interno della Chiesa della Beata Vergine Assunta sono presenti l’Altare Fiore e il fonte battesimale Il fiore dell’acqua dell’artista Rudi Wach, mentre all’interno della sala municipale Niele Toroni ha realizzato l’intervento a muro Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm, “I colori di Morterone” nei quattro angoli dello spazio.

Sino ad oggi hanno preso parte a questo progetto con opere installate all’aperto (tuttora presenti) Gianni Asdrubali, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Lucilla Catania, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Igino Legnaghi, François Morellet, Pino Pinelli, Bruno Querci, Ulrich Rückriem, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Grazia Varisco, Michel Verjux e Rudi Wach.

Inoltre, nella sala espositiva del Palazzo municipale, si sono susseguite esposizioni di artisti italiani e stranieri che hanno sempre frequentato e amato il territorio e la comunità morteronese tra cui Rodolfo Aricò, Alan Charlton, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Lesley Foxcroft, Mario Nigro, Günter Umberg e Elisabeth Vary.

Il percorso espositivo della Casa dell’Arte si ricollega alle mostre presentate a Morterone nel corso dei decenni.

Nella prima sala al piano terra le opere di Rodolfo Aricò dialogano con quelle di Carlo Ciussi e Mario Nigro accanto alle “grafie dell’essere” di Dadamaino e alle “tracce” di Riccardo De Marchi. Il ritmo della pittura di Alan Charlton e Niele Toroni coinvolge l’ambiente circostante.

Nella sala adiacente vengono presentate, in un dialogo attivo, le ricerche visuali e percettive di Enrico Castellani, Gianni Colombo, François Morellet e Grazia Varisco, mentre nella sala successiva sono esposti i bianchi monocromi di Riccardo Guarneri, Angelo Savelli e Antonio Scaccabarozzi.

I segni archetipici di Gianni Asdrubali conducono al piano superiore, dove i molteplici elementi della disseminazione di Pino Pinelli rimarcano la manualità del suo ‘fare’ pittura.

Bruno Querci e Raffaella Toffolo, attraverso un uso sapiente della luce, svelano visioni inedite di partiture d’ombra. L’opera di Francesco Candeloro restituisce alla vista l’immagine di un ricordo di materia impalpabile.

Proseguendo il percorso espositivo incontriamo, nella prima sala, le superfici pittoriche di Bernard Frize, Günter Umberg ed Elisabeth Vary che focalizzano l’attenzione sulla genesi dell’evento pittorico. Nella sala accanto la pittura di Nelio Sonego è posta in dialogo con il disegno a pastello di David Tremlett, a cui si contrappone l’opera in MDF di Lesley Foxcroft.

L’ultimo piano è dedicato alle sculture di Rudi Wach e ai progetti di Riccardo De Marchi, Alan Charlton, Mauro Staccioli e Michel Verjux. Inoltre, sono esposti i bozzetti di interventi di David Tremlett già presenti nel Museo di Arte Contemporanea all’Aperto, oltre alle immagini fotografiche di Luigi Erba.

Le poesie di Carlo Invernizzi accompagnano il visitatore lungo l’intero percorso espositivo. L’attività proposta dall’Associazione Culturale Amici di Morterone è volta a mettere in risalto la possibilità e la volontà di una crescita armonica di uomo e ambiente: gli interventi ed i contributi realizzati da ciascun artista, in tempi e spazi diversi e secondo le proprie specificità, si pongono alla nostra attenzione come ipotesi e possibilità di un fare dell’uomo che non sia prevaricatore o estraneo rispetto alla natura, più o meno antropizzata, ma che in un dialogo con essa sia in grado di fornire inedite e significative direttrici interpretative all’uomo che la abita.

È l’arte che ci aiuta a comprendere il nostro essere nel mondo e non è un caso che sia stata proprio questa realtà a generare una situazione di questo tipo: Morterone è in quest’ottica luogo privilegiato, della geografia e della mente, nel quale proprio le condizioni di assoluta incontaminatezza permettono il libero dispiegarsi di una creatività tesa all’affermazione di una fondamentale identità tra uomo e natura, tra fare antropico e divenire dell’universo vivente.

“Prosegue così, a Morterone, il concretizzarsi dell’idea nata negli anni ‘80 dal Poeta Carlo Invernizzi che di anno in anno abbellisce e qualifica sempre più il Nostro piccolo paese – interviene Rinascita per Morterone -. Grazie al formidabile connubio originatosi tra sua natura incontaminata e l’indiscussa qualità delle opere d’arte che ne costituiscono il Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto, Morterone è infatti da anni considerato un centro culturale di livello internazionale, con conseguenti vantaggi, anche turistici, per il piccolo comune, per la Città di Lecco, per la Provincia di Lecco e per la Regione Lombardia”.