DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: SECONDA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA

È veramente necessario aggiungere qualcosa di importante a quanto abbiamo meditato domenica scorsa. È vero: abbiamo parlato di Gesù che si lascia avvicinare dalle folle, quelle di Betsaida. Lui le accoglie, parla a loro del regno di Dio, guarisce quanti avevano bisogno di cure. Se pensiamo a quelle folle ci piace vederle come persone nella cui vita si accende una luce e loro corrono verso quella luce. Eppure un giorno Gesù dirà: “Guai a te, Betsaida …!” E non dimentichiamo che Betsaida era la città di Filippo, di Andrea e di Pietro. Tre apostoli hanno avuto origine da quella città sul lago di Galilea!

Che cosa è successo allora? È successo che quelle folle di Betsaida non hanno perseverato nel conoscere e amare Gesù, si sono accontentate di quelle guarigioni di cui avevano bisogno e avranno ascoltato con qualche interesse le parole di Gesù ma tutto è finito presto. È successo quello che l’apostolo Paolo rimprovera ad alcuni cristiani di Corinto. Tra loro c’era qualcuno che, pur essendosi convertito perché gli era piaciuta la fede e la dottrina cristiana, diceva che dopo la morte non c’è più niente. La morte è la fine di tutto e non c’è niente dopo o al di là di questa vita. Allora Paolo dice loro: “Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini!”. E sta parlando a dei credenti, non a dei pagani. Questa miseria la possiamo vedere anche nel personaggio di Erode. Anche di lui abbiamo sentito qualcosa domenica scorsa: si faceva domande sulla persona di Gesù, aveva il rimorso di aver fatto decapitare Giovanni il Battista, eppure si dice: “E cercava di vederlo”. E il giorno venne. Quando Pilato doveva giudicare Gesù, saputo che era della Galilea, lo mandò da Erode, che regnava sulla Galilea. “Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato”. Così è scritto nel Vangelo di Luca. Erode si è avvicinato a Gesù in maniera sbagliata: era spinto da curiosità e voglia di divertirsi ma Gesù non si lascia trovare da persone così. Gesù è il Salvatore e si lascia avvicinare solo da coloro che con fede lo cercano perché desiderano essere salvate. Gli autosufficienti o i presuntuosi li lascia perdere.

Allora cosa aspetta Gesù da noi? Si aspetta che lo cerchiamo davvero come l’unico vero Salvatore ben sapendo, però, che tutto non si esaurisce in questa vita: possiamo certamente chiedere a Gesù degli aiuti per questa vita e Lui nella sua bontà e generosità non ce li lascerà mancare. Anzi è capace di darceli in abbondanza, anche se talvolta ce li fa desiderare per farci crescere nella fede. Ma ciò che lui si aspetta da noi è soprattutto che apriamo gli occhi su chi siamo veramente noi, sulla nostra dignità di figli di Dio chiamati a vivere per sempre con Lui nell’amore e nella gioia eterna. E questo può avvenire solo attraverso il suo perdono che ci dona nella sua misericordia.

Allora Gesù ci appare in tutta la sua grandezza. Egli non è solo un bravo maestro o anche medico che guarisce. Egli è Colui che nell’eternità vive con il Padre: Lui vede cosa fa il Padre, cosa desidera, cosa dice, cosa pensa. E Lui, che è il Figlio, fa in tutto e per tutto quello che fa e che dice il Padre. Sì, dobbiamo aprire gli occhi e il cuore sull’eternità e vivere “nella attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo”, come preghiamo ogni volta che celebriamo l’Eucaristia. I Giudei, a cui Gesù ha rivolto le parole di oggi, erano invece persone dalla testa dura, così dura da non riuscire a gioire nel vedere un uomo malato che guarisce per opera di Gesù. Si arrabbiano solo perché Gesù fa del bene a un uomo in giorno di sabato. E Gesù si giustifica dicendo semplicemente che il Padre fa del bene ogni giorno e ogni momento ad ogni persona che vuole essere salvata, e Lui, Gesù, agisce in tutto e per tutto come il Padre.

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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