RESTAURI ALLA CHIESA DELLA BEATA VERGINE: IL PARROCO LANCIA NUOVE PROPOSTE

Don Giambattista Milani

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La parrocchiale Beata Vergine Assunta

BALLABIO – La parrocchiale delle Beata Vergine Assunta fu eretta il 10 maggio 1412, mediante separazione dalla prepositurale di Lecco, con atto rogato dal notaio Antoniolo della Torre per volontà dell’arcivescovo Giovanni Visconti. L’antichissimo edificio che presenta ancor oggi diverse tracce dell’imponente ampliamento che fu operato nel Quattrocento. La continuità del culto dal Duecento ad oggi ha arricchito la chiesa di affreschi (in particolare del Cinquecento e dell’Ottocento) e di marmi settecenteschi.

Il parroco don Giambattista Milani fa il punto dei lavori di ristrutturazione dei tre altari e del resto della struttura iniziati dal suo predecessore don Achille Gumier negli ultimi anni della sua vita e dopo molte promesse e rimandi e qualche “originale” rifinitura come i tettucci in rame posti sopra gli orologi, mai presentati ai fedeli.

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I tettucci in rame del campanile

Don Milani ricorda ai fedeli e ai ballabiesi vecchi e nuovi quanto sarebbe ancora necessario fare: “Si pensa di continuare il restauro artistico, pur non rinunciando, al contempo, alla risistemazione, secondo normativa corrente e necessità di fatto, delle strutture di base (ad esempio per infiltrazioni umide) o revisione normativa degli impianti di illuminazione o di altri servizi.” 

Aggiungendo con oculato realismo: “L’attenzione della Comunità non lascia mancare, benché i tempi non siano troppo favorevoli, le risorse necessarie; con oculata attenzione e con la collaborazione di tutti potremo continuare a migliorare strutture e decoro: il fine non è certo solo estetico o di orgogliocomune, ma si eleva a dar lode al Signore con il decoro della sua e nostra casa”.

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La splendida volta ristrutturata

Ricordando e zittendo voci piuttosto insistenti su considerevoli debiti da pagare che: “È opportuno sia noto – a proposito dei lavori nella parrocchiale dell’Assunta – che i progetti di restauro artistico della chiesa, per il programma che comprendeva i tre altari, (lo si può rilevare dalla riproduzione a tasselli esposta) siano stati interamente completati con il contributo: di un capitale iniziale fornito dalla cassa parrocchiale, il lascito ereditario del sempre rimpianto don Guido, il contributo della Fondazione della Provincia e soprattutto con l’impegno – sacrificio ed entusiasmo – della popolazione nelle forme più diverse: dalle donazioni dirette alle organizzazioni di varie iniziative di beneficenza.  Il Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia che fin qui ha operato, ritrovandosi operativamente, pur se in modo informale, fa rilevare come il restauro dei tre altari, secondo il programma, è stato portato a termine ed economicamente interamente coperto”.