DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO

Siamo forse spaventati o confusi dopo avere ascoltato queste parole del vangelo di Matteo e anche il brano di san Paolo ai Tessalonicesi? Sì, è facile incontrare qualcuno che di tutte queste parole ricorda le più impressionanti e così tralascia quelle più belle e rassicuranti. Però diciamolo in modo chiaro e semplice: questi due brani sono molto oscuri, e lo sono stati anche per le generazioni passate. Se dovessimo dedicare del tempo a cercare di sapere cosa è l’apostasia e quando avverrà, chi è l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, l’empio, quale guadagno ne avremmo? E questo vale anche per tante cose che si trovano nel Vangelo di oggi. Lasciamo agli studiosi e agli appassionati il compito di continuare ad indagare e a pubblicare le loro ipotesi.

Noi siamo invece interessati a ciò che ci fa vivere e nella parola Avvento è contenuto qualcosa di grande che non è un’ipotesi da studiosi ma è una grande verità che interessa tutti: è la VENUTA DEL SIGNORE! Noi lo diciamo tutte le domeniche nel Credo: “E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine”. Questa venuta del Signore noi la attendiamo, la desideriamo, non ci fa paura! Non possiamo vivere senza questo pensiero. Noi siamo uomini e donne della speranza. Viviamo ma

sempre diretti verso una meta, camminiamo ma non siamo girovaghi, siamo pellegrini che sono sempre in viaggio, un viaggio magari lunghissimo ma sempre verso una meta e questa meta è l’incontro con il Signore Gesù. Per tre volte nel Vangelo si fa riferimento agli “eletti”. A chi si riferisce il Signore? A noi suoi credenti? Speriamo di sì!

Pensando a questo misterioso incontro l’apostolo Paolo dice ai fedeli di Tessalonica, che sono tra i primi credenti in Cristo provenienti dal paganesimo, i primi frutti della predicazione di Paolo, ancora giovane apostolo: “Vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi né da qualche lettera fatta passare per nostra”. E’ un invito a stare calmi e tranquilli rivolto a persone che pur vivono circondati da molte forme di male e di pericoli e insidie ma sanno di aver posto la loro vita nell’unico vero Signore dei popoli e delle nazioni: il Signore Gesù Cristo. E Paolo parla proprio riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui. E’ la stessa cosa che dice Gesù nel Vangelo: “Egli manderà i suoi angeli ed essi raduneranno i suoi eletti da un estremo all’altro dei cieli!”.

Chissà perché tanti fanno speculazioni su questo incontro futuro, descrivono immagini fantasiose, forse si divertono a incutere spavento negli altri, pretendono di sapere in anticipo quello che in realtà nessuno sa. E magari si presentano con l’aspetto di persone religiose e devote. Gesù parla di falsi cristi e falsi profeti in grado di compiere grandi segni e miracoli. Ma anche nel Vangelo troviamo continui inviti alla tranquillità e alla vigilanza: “Badate che nessuno vi inganni! Vi diranno: E’ qui!, E’ là! Non credeteci! Non andateci!”

Eccola la parte bella della parola di Dio di oggi: nella semplicità della nostra celebrazione eucaristica della domenica c’è già tutto e non abbiamo bisogno di altro! C’è la memoria del nostro Maestro e Signore che ci ha dato la sua vita, noi proclamiamo che lui è morto in croce ed è risorto e noi attendiamo con amore la sua venuta. Questo è tutto! Il resto è curiosità tipica di persone di poca fede, o fantasia e invenzione, o perdita di tempo o addirittura inganno! Nessuno si lasci attirare da queste cose.

Il nostro unico impegno sia quello di “perseverare fino alla fine” come dice Gesù. Perseverare nell’ascolto della sua parola e metterla in pratica, seguire Lui portando anche noi, come Lui, la nostra croce quotidiana, compiendo così tutti i giorni la volontà del Padre così come Lui ce la presenta sotto la forma dei nostri impegni di famiglia, di lavoro, di studio. Certo, oggi Gesù non promette a nessuno di avere una vita facile. Parla anche di tribolazione e di odio a causa del suo nome, di uccisioni e attentati come stanno avvenendo anche in questi tempi. Ci sono più martiri oggi che nell’antichità! Per tutto questo la vigilanza e l’attenzione non bastano. Ci vuole solo la sua forza che rende vittoriosi sulla morte. Ma tra tutti i pericoli ce n’è uno più insidioso di tutti: “Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti”. E’ il pericolo di chi continua a vivere bene, a perseverare, non commette peccati gravi, conduce una vita tutto sommato buona e in cui non c’è niente da rimproverare ma senza che nessuno se ne accorga l’amore si raffredda e a poco a poco si diventa tiepidi! Chiediamo al Signore la grazia di preservarci da questo pericolo.

Libro del Profeta Isaia 51,4-8 “Ascoltatemi attenti, o mio popolo; o mia nazione, porgetemi l’orecchio. Poiché da me uscirà la legge, porrò il mio diritto come luce dei popoli. La mia giustizia è vicina, si manifesterà la mia salvezza”

Seconda Lettera ai Tessalonicesi 2,1-14 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi né da qualche lettera fatta passare come nostra.

Vangelo di Matteo 24,1-31 “Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo Vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine”.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio
Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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