DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA

Miracolo del cieco nato, Cristo ridà la vista al cieco, dipinto. 3 dia 10x12 (C01.32.01-02-03), dia 6x6 (B01.09.12), stampa A4 getto d'inchiostro (G02.11.02), carige

Non lasciamoci ingannare dalla prima parola del Vangelo “Passando …” come se Gesù stesse facendo una passeggiata. Questo Vangelo segue immediatamente quello di domenica scorsa che si concludeva con la fuga di Gesù perché i Giudei raccolsero delle pietre per tirarle a Lui. Gesù sta scappando, non soltanto passando per caso in quel punto dove c’era quel cieco. Eppure nota con compassione la sofferenza di quell’uomo. I discepoli pongono subito una domanda semplice e immediata che potrebbe nascere anche da ciascuno di noi: Perché è nato cieco? Non dovrebbe essere così! E’ normale ed è giusto che una persona nasca con gli occhi per vedere. E’ una cosa molto bella vedere i colori, i volti, le persone, le piante, gli animali, il cielo, il sole … perché a qualcuno è negato tutto questo? Notiamo subito il collegamento con questi giorni che stiamo vivendo. Perché sta succedendo tutto questo? Perché un esserino invisibile minaccia la nostra vita e non lo possiamo neanche combattere perché se lo vedessimo lo schiacceremmo subito? Perché siamo costretti a chiuderci in casa ed evitare di incontrare le persone? Ci rendiamo conto più che mai di quanto siano importanti i gesti di comunicazione come i saluti, gli abbracci, i baci, i sorrisi, le strette di mano ma tutto questo ci è proibito ora. Perché? Perché tanta gente muore sola in una maniera così improvvisa e così strana? Perché la sofferenza di tante famiglie che si separano dai loro cari in maniera così forzata e improvvisa?

I discepoli scavano nella loro coscienza formata alla scuola dei tanti maestri del passato e inventano una risposta: Quel Dio che ci è stato predicato come buono perché ha promesso benedizione e felicità a chi è stato  fedele alla sua parola, ora si è arrabbiato perché qualcuno non ha seguito la sua parola e allora fa quello che è naturale fare: punire i figli perché imparino! Li punisce da Dio: distribuendo cecità a qualcuno, sordità ad altri, malformazioni fisiche ad altri ancora o ogni forma di malattia, tutte cose che ci fanno star male, così alla fine una buona volta impareremo! Se quest’uomo è cieco, sicuramente qualcuno ha peccato: o lui quando era ancora nel seno della madre o i suoi genitori così che il bambino viene punito a causa del peccato dei suoi genitori. Tutto si può dire meno una cosa: che Dio è ingiusto o fa le cose non bene!

Questo modo di dire ci porterebbe appunto a dire che quello che sta succedendo è perché siamo stati infedeli a Dio. Convertiamoci, facciamo i bravi, preghiamo più di prima e Dio farà sparire le infezioni, le malattie, le disabilità, i disturbi, i virus.

A questo modo di pensare così contorto Gesù risponde con un fortissimo NO! Le cose non stanno cosi! Arriva a dire che né lui né i suoi genitori hanno peccato, quando in realtà non è vero perché noi sappiamo che ogni essere umano è peccatore e Gesù ha versato il suo sangue per la redenzione di tutti. Ma l’altra frase è ancora più forte: quest’uomo è nato cieco perché in lui siano manifestate le opere di Dio! Allora è facilissimo protestare e obiettare: Caro Dio, ma tu fai nascere le persone senza la vista e le fai soffrire per molti anni per avere l’occasione di guarirle un giorno e così tu ne avrai gloria perché tutti ti ringrazieranno? A questo punto l’apostolo Paolo ci direbbe: O uomo, chi sei tu per discutere con Dio? Può forse il vaso rivolgersi al suo vasaio e dirgli: Perché mi fai così?

 Fermiamoci qui, chinando la testa e compiendo questo atto di umiltà che ci fa dire: SI’! Anche ora Tu, o Dio, stai compiendo qualcosa di grande che per il momento non vedo e non capisco. Continuo ad affidarmi a Te perché sei mio Padre. Un giorno vedrò e capirò meglio le tue opere e il tuo modo di agire, ma in questo momento di prova, in cui non vedo e non capisco, stammi ancora vicino!

Libro dell’Esodo 34,27-35,1  Quando  Mosè scese dal monte Sinai  non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con Dio.

Seconda Lettera ai Corinzi 3,7-18  Fratelli, i figli di Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto.

Vangelo di  Giovanni 9,1-38  Gesù sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Siloe” – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che vi vedeva.

Don Benvenuto Riva parroco di BallabioDon Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio

Scarica il foglietto degli avvisi –> AVVISI DAL 22 AL 29 MARZO 2020