LETTERA: “IN CONSIGLIO COMUNALE A BALLABIO MOLTO PEGGIO DELLA BANDA D’AFFORI”

Egregio Direttore,
da residente attento alla vita politica e amministrativa del mio paese sono rimasto basito dalle inconsistenti motivazioni addotte dal primo cittadino per giustificare le sue tardive dimissioni. Come é stato fatto notare dai “Consonniani” non si é mai visto un sindaco che, con così tanta carne al fuoco e dopo gli equilibrismi degli ultimi mesi, si dimette per un sibillino emendamento ad una delibera che di sicuro non avrebbe cambiato il senso della storia Ballabiese.

Dicono i suoi amareggiati sostenitori che certo é un peccato che uno dei pochi sindaci che la Lega aveva sul territorio della provincia di Lecco vada a casa anzi tempo proprio e solo per beghe interne alla sua maggioranza che aveva vinto alla grande anche le ultime elezioni. Presto si saprà se oltre al Barech e i pessimi rapporti personali tra i due ormai ex sindaci con il resto della sconquassata squadra c’é dell’altro. Di sicuro già si sa che hanno invano provato ad amministrare il nostro paese che onestamente si meritava di meglio per il suo sviluppo e non le figuracce anche mediatiche rimediate in questo lungo periodo su Stampa e Social.

Il buon Bussola se la cava un po’ meglio solo sul fronte “indennità di carica” ma visto che si voterà a breve, verosimilmente con le regionali previste a fine febbraio o inizio marzo può sembrare una mossa abilmente calcolata. Se non altro con questo altrettanto tardivo gesto tenta almeno di dimostrare che non é troppo attaccato alla cosiddetta vil pecunia come invece non succede anche in comuni piccoli piccoli dove, invece e così si dice nell’ambiente, si attaccano spasmodicamente all’obolo di Stato per sbarcare il lunario e coniugare il pranzo con la cena che professionalmente parlando non é tutto oro quello che luccica.

Questa sconclusionata e “sbandata maggioranza” pur con un sindaco musicante di lungo corso, esce di scena senza gloria e onore e del tutto onestamente ha fatto più bella figura la piccola banda d’Affori che con una indovinata marcetta é invece riuscita a diventar leggenda nel nostro Paese. Quello più grande s’intende.

Un ex amministratore