Il racconto della presentazione di Gesù bambino al tempio segue immediatamente il racconto che parla dei pastori che hanno trovato Gesù nella mangiatoia la notte della sua nascita. All’inizio del racconto si fa riferimento ai giorni della purificazione rituale che devono compiersi. E’ il periodo di quaranta giorni. Per noi il quarantesimo giorno dalla nascita di Gesù sarà giovedì prossimo e rileggeremo ancora questo vangelo. Oggi l’abbiamo letto perché è la festa della famiglia e questa parola del Vangelo ci mostra i primi passi di una giovane famiglia che si è formata da poco. Che cosa può insegnare questa giovane famiglia a tutte le nostre famiglie, anche a quelle che si sono formate molti anni fa e sono spesso cariche di problemi e fatiche oltre che di soddisfazioni e di gioie?
Giuseppe e Maria erano portatori di un grande segreto. È il segreto del concepimento del figlio Gesù per opera dello Spirito Santo. Noi non sappiamo se hanno condiviso questo segreto con qualche loro parente. I libri dei vangeli non ne parlano. Si dice solo che quando Gesù, da grande, ha cominciato ad andare in giro, era considerato da tutti come il figlio di Maria e di Giuseppe. Potevano ritenersi dei privilegiati. Potevano pensare di essere esenti da certe regole tradizionali dal momento che questo bambino era il Figlio di Dio, colui del quale l’angelo aveva detto “sarà grande e sarà chiamato figlio dell’Altissimo, Dio gli darà il trono di Davide suo padre, regnerà per sempre!”. E invece si sono adattati a fare quello che è sempre stato fatto e quello che facevano tutti gli altri. Il primo bambino, maschio, doveva essere portato al tempio per essere presentato a Dio e loro l’hanno portato senza farsi molte domande o porsi problemi, pur sapendo che quel bambino era un bambino straordinario che veniva direttamente da Dio. Ammiriamo l’umiltà e la semplicità di Maria e di Giuseppe.
Non dimentichiamo che venivano da Nazareth, erano dunque lontani da casa loro, la nascita era avvenuta in un luogo di fortuna, si erano recati a Betlemme a causa di un censimento della popolazione voluto dall’imperatore, insomma non erano sistemati bene, come diremmo noi oggi. Ma al centro della loro vita c’è l’adempimento della Legge del Signore, e quella non si discute. E poi, leggendo questo brano del vangelo di Luca colpisce che da questa famiglia che è il modello delle nostre famiglie, non viene neanche una parola! Non parla Gesù perché è un bambino troppo piccolo, in tutto il Vangelo non c’è neanche una parola di Giuseppe, e qui non compare una sola parola neanche di Maria. Si dice solo che “portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore”. Anche questo silenzio ha tanto da insegnare alle nostre famiglie!
Da ultimo si dice che “il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui”. Lo stupore di Maria e di Giuseppe ha una sola origine ed è lo Spirito Santo! A Maria l’angelo aveva detto: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra” per dire il modo in cui lei avrebbe concepito il bambino. A Giuseppe, in sogno l’angelo aveva detto “Non temere di prendere Maria come tua sposa! Il bambino che è in lei è opera dello Spirito Santo!”. Lo stesso Spirito Santo è colui che ha illuminato la mente del vecchio Simeone che nel bambino Gesù di soli quaranta giorni ha visto il Messia, il salvatore e la luce di tutte le genti. Sarà stata una grande gioia per Maria e Giuseppe constatare come i loro segreti erano conosciuti da altre persone che vivevano anche loro guidate dallo Spirito Santo!
Preghiamo per tutte le nostre famiglie perché mettano al centro della loro vita la parola del Vangelo del Signore e siano sempre sotto la guida dello Spirito Santo, come lo è stata la famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.
Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone
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