DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA DELLE PALME

Quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo è accaduto il giorno dopo la cena a Betania in casa di Marta, Maria e Lazzaro. Anche qui si parla di una grande folla che era venuta per la festa. Sono le stesse persone salite a Gerusalemme per la festa di Pasqua e che si chiedevano fra loro: “Che ve ne pare? Non verrà alla festa?”. Ora vengono a sapere che Gesù sta arrivando e allora accorrono, prendono dei rami di palma e vanno incontro a lui gridando di gioia ed esprimendo in realtà una professione di fede: la parola OSANNA è una invocazione di salvezza e le altre parole esprimono la convinzione che Gesù è mandato da Dio ed è discendente del re Davide, quindi Dio ha mantenuto le sue promesse fatte nell’antichità!

In tutto questo Gesù tace! Non dice neanche una parola! Forse vede realizzato il suo desiderio che ha espresso alla tomba di Lazzaro prima di richiamarlo in vita: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato!”. In quella folla che lo accoglie, Gesù vede il compimento del suo desiderio.

Questo vale sicuramente anche oggi per noi tutti: sarebbe una cosa inutile e perfino brutta agitare l’ulivo e cantare ‘Osanna al Figlio di Davide’, senza la fede e senza convinzione! Invece tutto si trasforma in festa, e una festa grande, se tutto avviene con fede: infatti è vero che Gesù è l’unico che ci può non solo aiutare ma anche salvare! È Lui il nostro Salvatore! La morte che è la fine della vita, il peccato che è la totale assenza di amore sono realtà davvero brutte e terrificanti. Gesù invece ci fa vivere, ci tiene in vita e ci insegna ad amare dopo che Lui per primo ci ha amati! Lui è veramente il nostro Salvatore, non a parole ma nella realtà!

Però può capitare anche a noi quello che è capitato ai suoi discepoli e ce lo dice chiaramente il vangelo di oggi: “I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose” ma poi venne il momento in cui si ricordarono, ripensarono a tutto quello che era successo e arrivarono a una conoscenza più approfondita e più vera. Si resero conto di essere stati protagonisti di una storia grande. Così può avvenire anche a noi: portare l’ulivo come segno di pace e di gioia, cantare osanna chiamando Gesù figlio di Davide, camminare con gioia verso la casa del Signore, sono tutti gesti semplici: ma verrà il giorno in cui comprenderemo l’importanza e la profondità di questi gesti molto di più di quanto riusciamo a farlo oggi! E allora canteremo per l’eternità l’amore del Signore perché ci ha veramente salvati!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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