DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: SESTA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

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Dio, che è fedele alle sue promesse, ha dato veramente ad Abramo una lunga e numerosa discendenza. Così ha premiato la sua fede. Lungo sei secoli di storia i discendenti di Abramo crescono a dismisura e, andando alla ricerca di cibo, crescono particolarmente in terra d’Egitto. Ma giunge il tempo di mantenere la seconda promessa ad Abramo: una terra, un luogo in cui abitare come popolo libero e responsabile, fedele alla Sua Parola.

Per questo Dio sceglie Mosè come guida del popolo. Dio ha in mente qualcosa di grande: stabilire una alleanza speciale con questi figli di Abramo. Se ha amato Abramo non può non amare anche i suoi figli! Alleanza vuol dire amicizia, amore fedele e inesauribile, tenerezza, protezione e aiuto reciproco. Dio è pronto ad amare per sempre il suo popolo, a proteggerlo dai pericoli affinché viva in pace. Il popolo, da parte sua, deve impegnarsi ad ascoltare la voce di Dio che lo invita a comportarsi secondo la via dell’amore, un amore rivolto a Dio e rivolto anche agli altri. Questo è stato il progetto di Dio, il suo grande desiderio. Come sarebbe stata bella la vita così come Dio la desiderava! Una vita protetta dai pericoli, con un Padre che ci ama e ci protegge e con relazioni familiari e sociali fondate sul rispetto, l’amore e la pace! Non è forse quello che desideriamo anche noi oggi? Quando diciamo di stare male non è forse perché ci mancano queste cose?

Purtroppo le cose, fin dall’inizio, non sono andate bene! L’alleanza è stata celebrata, certo, ci si è promesso amore reciproco, Dio ha chiesto al popolo di essere fedele al suo amore e ha dato alcune parole fondamentali per vivere nella pace: vivere in famiglia onorando il padre e la madre e tenere fede al vincolo coniugale, rispettare il dono della vita non usando alcuna forma di violenza, rispettare la dignità e le proprietà degli altri, essere sempre onesti nelle parole e nel comportamento. Poche parole ma fondamentali! Parole scritte su due tavole di pietra! Ma poi il popolo ha dimenticato tutto: si è fatto una statua di vitello e ha detto: “Questo è il mio dio!” e si è depravato nel disordine morale nella mancanza di rispetto di sé e degli altri! E allora Mosè adirato spezza contro il popolo e il suo vitello d’oro le due tavole di pietra con le parole di Dio!

Ma oggi che cosa abbiamo ascoltato? Che Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime, segno che Dio vuole continuare a parlare e vuole ricominciare da capo. E poi Mosè prega: “Sì, è un popolo testardo, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità”. E allora nuovamente Dio risponde: “Ecco, io stabilisco un’alleanza: in presenza di tutto il popolo io farò meraviglie, tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l’opera del Signore!”. E la storia d’amore ricomincia da capo.

Lungo un millennio, più o meno, sono successe tante cose ma la grande meraviglia, che doveva succedere, neanche Mosè poteva immaginarla! La grande meraviglia è che Dio non si limita a camminare in mezzo al popolo. Dio invece diventa uomo, uno del popolo: è Gesù, che un giorno dirà al suo amico Filippo: “Filippo, chi vede me vede il Padre!”. Dio è questo uomo: Gesù di Nazareth che cammina con noi, passando tra la gente fa del bene a tutti e soprattutto pronuncia parole che non scrive su pietra o su carta ma che vanno diritte al cuore! Gesù è il nuovo Mosè che dona la sua legge nuova: anche la legge scritta da Mosè parlava di amore, è vero, ma quella di Gesù è nuova perché ci indica la misura dell’amore che è quella di amare senza misura, di amare come Dio ama, e Gesù stesso ci avrebbe dato l’esempio!

Sono le parole che abbiamo ascoltato oggi: parole che per prima cosa esprimono un giudizio sulla vita e sulla storia: se vediamo un mondo diviso tra ricchi e poveri, tra chi se la gode e chi soffre e piange, tra chi mangia troppo e non ha preoccupazioni e chi non ha niente da mangiare ed è pieno di problemi, Dio dice: Io sono vicino a voi poveri, a voi che piangete e soffrite, a voi affamati e preoccupati! Qui nasce la nostra fiducia in Dio, se no in chi possiamo sperare? E poi Gesù ci parla dell’amore. Un amore capace anche di sopportare il male, un amore così grande da essere pronto a fare del bene a tutti, un amore così puro da essere esente da ogni interesse personale. Dio infatti ama così e chi ama così si rende simile al Padre che ci ha dato la vita e ci ama così!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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