DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

È bello ascoltare il racconto di due persone che si incontrano! E dall’incontro nasce la reciproca conoscenza, la stima, l’ammirazione e la meraviglia, l’amicizia e l’amore, la luce, e qualche volta, come oggi, addirittura la salvezza! 

Una donna della Samaria va al pozzo ad attingere acqua. Nulla di più naturale. È un po’ strano il fatto che vada verso mezzogiorno perché di solito, quando non c’è l’acqua in casa, si va al mattino o alla sera al fiume o al pozzo. E andare a prendere acqua al fiume o al pozzo è anche occasione di incontrare persone, di parlare e altro. Andare “verso mezzogiorno” per quella donna può essere un segno del suo atteggiamento interiore: lei preferiva evitare di incontrare la gente. La storia dei cinque mariti dava origine a tante chiacchiere e pettegolezzi! E chissà cosa avrà pensato, avvicinandosi al pozzo, nel vedere che proprio lì c’era un uomo che la stava aspettando e per di più un Giudeo, un nemico dei Samaritani. Magari avrà pensato di tornare indietro prima che fosse troppo tardi perché non si sa mai …! Comunque dentro di sé aveva tanti pensieri belli e brutti, qualche peso e anche un po’ di confusione per la quale cercava un po’ di chiarezza. Il peso era di sentire il disprezzo degli ebrei di pura razza ebraica che disprezzavano i samaritani degli impuri perché discendenti di quegli ebrei che in passato si erano mescolati con gli assiri, quando erano venuti a conquistare quella terra. La sua storia personale era molto travagliata e certamente dolorosa, voleva tenerla esclusivamente per sé ma, nel dialogo con Gesù, in modo delicato viene fuori. Ma poi c’è anche la confusione spirituale: loro pregavano sul monte Garizim che è vicino a quel pozzo e c’è ancora oggi dove i samaritani di oggi 

celebrano ancora la loro Pasqua. I giudei dicevano che Dio vuole essere adorato solo nel tempio di Gerusalemme, sul colle di Sion, dove oggi ci sono solo i resti di quel tempio grandioso. A un certo punto la donna esce in una esclamazione che esprime bene quello che aveva dentro: “So che deve venire il Messia: quando Lui verrà ci annuncerà ogni cosa”. 

In questa attesa era simile a tutti gli altri e non solo agli altri samaritani ma anche a tutti gli Ebrei: tutti aspettavano il Messia come Colui che avrebbe riportato un po’ di ordine e di giustizia, avrebbe sistemato tutti i problemi, avrebbe chiarito ogni cosa. E i problemi erano talmente grandi e complessi che solo un personaggio di portata storica e universale, un personaggio potente e saggio inviato direttamente da Dio poteva osare di risolvere tutto e portare quel bene supremo che tutti chiamavano PACE! 

Ma quell’uomo che le ha chiesto un po’ d’acqua perché era stanco e aveva sete e non aveva niente con cui attingere acqua da un pozzo così profondo (il pozzo esiste ancora oggi ed è profondo 39 metri!), quell’uomo che era vestito normalmente ed era solo perché i suoi pochi amici erano andati a comprare da mangiare nel vicino villaggio, proprio lui dice: “Sono io, che parlo con te”. Possiamo immaginare la meraviglia, la sorpresa, lo sconvolgimento interiore di quella donna? Il Messia, invece di risolvere i problemi del mondo, è uno che si interessa di me? Anzi, solo di me ed è qui solo per incontrare me! Che Messia è mai, questo? Con tutto quello che c’è da fare nel mondo non sta forse perdendo troppo tempo per me sola? Questo Messia è tutto il contrario di ciò che mi è stato detto e che io avevo immaginato. Sono portata a dire: questo qui non può assolutamente essere il Messia. D’altra parte come fa a sapere così bene tutto quello che ho fatto e che sapevo solo io? Il suo sguardo profondo, la sua sapienza, il suo rispetto è veramente qualcosa di straordinario. E allora la donna, vinta ogni paura e vergogna, continua nel suo dubbio e nella sua ricerca, non pensa più all’acqua e va dagli altri a dire: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia Lui il Messia?”. Un po’ di tempo dopo Gesù avrebbe mostrato il suo essere Messia Salvatore nella sua Morte e risurrezione. 

Noi crediamo che Lui è veramente il salvatore del mondo. Noi facciamo quello che Lui ha spiegato a quella donna: stiamo adorando Dio qui e oggi nel nostro cuore riconoscendolo come nostro Padre e viviamo riconoscenti e contenti nel vedere che il Signore e Salvatore del mondo non è indaffarato e preoccupato di tutti i complessi problemi del mondo ma spende il suo tempo per interessarsi di me e dice oggi a ciascuno di noi: “Sì, sono io che parlo con te”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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