DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA NONA SETTIMANA DOPO PENTECOSTE

Davide! Tutti ne abbiamo sentito parlare come del grande re di Israele. Ne abbiamo parlato anche domenica scorsa: il profeta Samuele, ormai diventato vecchio, andò a Betlemme dove Davide, ancora bambino, custodiva il gregge del padre. Samuele lo chiamò e nel nome del Signore lo unse con l’olio in segno di consacrazione al Signore. Dio stesso aveva scelto questo ragazzo per destinarlo a diventare re del suo popolo. Forse tutti conosciamo la sfida mortale con un guerriero ben armato e dalla statura gigantesca: Golia, che incuteva paura a tutti i soldati israeliti! Davide, ancora ragazzino, lo affronta in duello e lo abbatte con la sua fionda. E’ stato furbo e intelligente, certo, ma Davide confidava nell’aiuto del Signore, e ha vinto! Ogni volta che ascoltiamo il Vangelo dell’annuncio dell’angelo a Maria sentiamo il suo nome: Dio darà al bambino che nascerà da Maria il trono di Davide suo padre e il suo regno non avrà fine. Quando Gesù sentiva qualcuno che lo invocava: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!” lo esaudiva e gli diceva: “La tua fede ti ha salvato”. Gesù riteneva un onore e un atto di grande fede sentirsi chiamato “Figlio di Davide!”. Era come dire: “Tu sei colui che un giorno Dio ha promesso a Davide, colui che è destinato a regnare in eterno! Il nostro Dio è fedele alle sue promesse”.

Eppure oggi vogliamo ripetere quello che abbiamo già detto domenica scorsa parlando del bambino Samuele scelto da Dio: quando Dio vuole fare cose grandi sceglie strumenti piccoli, perché così appare meglio la sua potenza e la sua grazia. E così il grande re Davide scende anche lui molto in basso fino a compiere prima una grande ingiustizia e poi una grande vigliaccheria.

Ingiustizia: perché lui, come tutti i re orientali antichi aveva un harem di donne solo per lui, ne aveva una trentina, ma se ne avesse volute altre,  avrebbe potuto prenderle e nessuno avrebbe detto niente. Era un re e poteva fare quello che voleva! Invece va a prendere proprio la moglie di un suo fedele soldato che era in guerra e stava combattendo per lui, che era a casa nella sua reggia ad annoiarsi un pomeriggio d’estate. La vede fare il bagno, gli piace, la prende. Nessuno può dire niente perché lui è il re! Però la donna rimane incinta e allora Davide vuole coprire tutto con un inganno: fa in modo che il marito Uria muoia in guerra. Questa è la vigliaccheria!

A questo punto compare il profeta Natan che finge di raccontare la storia di un uomo ricco, proprietario di molto bestiame, che per preparare un pranzo a un ospite, con prepotenza prende l’unica pecora di un povero. Allora Davide emette la sentenza: quell’uomo deve essere punito con la morte! Povero Davide: non si accorge che è lui a

condannare se stesso! E il profeta, a nome di Dio, dice: “Tu sei quell’uomo! Sei tu che devi morire!” Allora Davide apre gli occhi, capisce il male che ha fatto e dice: “Ho peccato contro il Signore!”.  La grande preghiera di perdono che è il salmo 50 è la preghiera di Davide pentito: Pietà di me o Dio secondo la tua misericordia, nel tuo grande amore cancella il mio peccato!

Ecco: qui appare ciò che è veramente inaudito e inaspettato: Dio, ben lontano dal punire chi ha fatto così tanto male, si manifesta con il suo perdono ed è pronto a rinnovare con chi ha sbagliato la sua storia d’amore. Dio è veramente il Dio fedele, Dio ci ama fino in fondo e per sempre. Quello che ha fatto con Davide è pronto a farlo con tutti.

 Quello che è veramente necessario è l’atteggiamento di Davide: l’umiltà e il realismo che ci fanno dire “Sì, ho peccato contro il Signore! Abbi pietà di me, o Dio,  secondo la tua misericordia!” Ci sarebbero tante cose da dire, per esempio sul fatto che non avendo coscienza del male fatto, qualcuno è portato a pensare che veri peccatori che fanno il male sono solo gli altri e ci si arrabbia perché Dio non interviene con la sua mano forte a punirli per bene e a farli smettere. Dio ci preservi da questo atteggiamento di superiorità e di falsa giustizia e apra i nostri occhi sulla bellezza e la grandezza del suo amore che è grande proprio perché si manifesta nel perdono.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio
Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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