Egr. Direttore,
leggo sulla sua testata l’intervista fatta alla Sindaca del nostro paese riguardo agli immigrati ed al contributo pervenuto al nostro paese.
A quanto pare, dalle dichiarazione della Sindaca, il nostro paese non ha di fatto sostenuto sino ad ora nessun costo, in quanto ospitati in una struttura “privata”, gestiti da una cooperativa “non comunale”, ma solo lavoro burocratico che grava sui dipendenti che, non me ne vogliano, comunque rientranti nelle loro ore di servizio.
Tutto lo scenario apocalittico presentato dalla Sindaca, potrebbe verificarsi, o forse anche no, in quanto sul lato sanitario gli immigranti che hanno avuto dei problemi sono stati assistiti dal servizio sanitario nazionale e non “comunale”!
E quali sono gli altri servizi erogati dal comune di cui “potrebbero” usufruire anche loro?
Allora se la Sindaca vede così critica la gestione delle spese per un prossimo futuro, perché non convogliare questo importo in un fondo di riserva specifico, per far fronte ad eventuali spese a carico del comune ?
Certo che la promozione della conoscenza dell’identità, della cultura e della lingua locale, è una cosa interessante, ma non c’entra nulla con le motivazioni della riscossione di quelle somme!
Cordiali saluti.
[Lettera firmata]