STORIE DI RUGBY: SAMUELE LOCATELLI, GIOVANE GRANDE CAMPIONE ANCHE FUORI DAL CAMPO

LECCO – Gli inizi a sei anni con il papà e i fratelli, la casa lasciata a sedici per raggiungere l’Accademia di Milano (uno dei quattro centri federali dedicati ai nuovi talenti) e l’esordio in serie B, tutto prima di compiere diciotto anni. Un percorso come quello di tanti giovani talenti, se non fosse per un “piccolo” particolare. Samuele Locatelli, ballabiese classe 2001 in forza al Rugby Lecco, è riuscito infatti a compierlo nonostante il diabete, con cui convive dall’età di dieci anni. Un particolare che non sottolinea quando parla di sé stesso e che considera come un ulteriore stimolo per dare sempre di più e lavorare al 100%.

Samuele Locatelli - italia under18L’abbiamo incontrato e ci ha raccontato tutta la sua storia, ricca di tappe, traguardi conquistati e obiettivi ancora da raggiungere. E anche se ancora molto giovane, Samuele è ben più di un semplice sportivo.

“Essendo andato via da casa a 16 anni – racconta – ho imparato a gestire fin da subito da solo la malattia, senza farmi condizionare troppo. È solo una questione di attenzione ma, ora che sono abituato, i controlli giornalieri sono una routine che non pesa”. I traguardi da raggiungere sono ancora molti e lontani, ma la strada è quella giusta, la voglia di proseguire è tantissima, e la passione che ha lo aiuta a sopportare tutti i sacrifici.

“Ogni giorno – continua Locatelli – mi sveglio alle 7 per andare a scuola, con le lezioni che durano fino alle 14. Nel tardo pomeriggio ci alleniamo per tre ore, e in tutto questo devo poi far rientrare lo studio serale, necessario per ottenere buoni voti. Il tempo per gli amici non è molto, l’unica sera libera è il giovedì, ma qui sto benissimo e voglio proseguire in questo cammino. La serietà dell’Accademia non solo ci insegna a migliorare a livello sportivo, ma ci aiuta anche a maturare come persone”.

L'abbraccio tra Samu e Gianchi dopo il suo debutto in prima squadra, sabato scorso

L’abbraccio tra Samu e Gianchi dopo il suo debutto in prima squadra, sabato scorso

Parlando con Samuele, ad impressionare sono la sua determinazione e la capacità di non farsi abbattere dalle delusioni, ultima in ordine cronologico la mancata convocazione per il Sei Nazioni di categoria – iniziato sabato con gli azzurri vittoriosi sulla Scozia –  dopo aver partecipato anche all’ultimo test match. Durante la chiacchierata, sono continui i riferimenti alla famiglia, alla quale Samuele deve molto e che vuole rendere orgogliosa: “Da mio padre e dai miei fratelli (Giancarlo e Mattia, 38 e 31 anni, entrambi nel mondo del rugby, ndr) ho preso la voglia di giocare e per me sono un esempio fuori e dentro al terreno di gioco, mentre mia mamma mi ha sempre sostenuto nelle mie scelte. Spero sarà contenta di vedere la mia faccia sul giornale”.

Non poteva mancare un consiglio per i più piccoli che vogliono avvicinarsi a questo sport: “Non smettere mai di sognare. Se ci si crede davvero tutti possono farcela. Ogni risultato costa tanta fatica, tempo, sacrifici, ma la gioia dei risultati che si ottengono pian piano non è definibile. La soddisfazione di andare avanti nonostante tutto è doppia. Volere è potere”.

Gabriele Gritti