DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE – QUINTA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI

Gesù stava parlando alla gran folla che lo seguiva da ogni parte. Parlando in generale Gesù ha proclamato beati i poveri, chi ha fame, chi è in una situazione di sofferenza, chi è odiato e denigrato e invita tutti alla speranza e alla fede in Dio. Ma poi dice anche: “Guai a voi ricchi… guai a voi che ora siete sazi… guai a voi che ora ridete… guai quando tutti gli uomini diranno bene ci voi”. E preannuncia un capovolgimento della situazione: verrà il giorno in cui chi è ricco e sazio e spensierato e vive solo per sé, si troverà a mani vuote e scoprirà che la sua vita passata nell’egoismo è senza senso.

Ma poi Gesù si rivolge a una categoria particolare di persone e dice: “Ma a voi che ascoltate dico…” Chi sono queste persone? Certamente le persone a lui più vicine, i suoi discepoli che lo seguivano sempre, anche quel gruppo speciale che aveva appena scelto dopo aver pregato tutta la notte: Simone, Andrea, Giacomo, Giovanni e gli altri. A loro diede il nome di “apostoli” cioè inviati. Queste persone siamo anche tutti noi perché stiamo ascoltando la sua parola ed è bene che prestiamo attenzione perché Gesù ha intenzione di dirci qualcosa che non può dire a tutti, indistintamente.

Quello che ha intenzione di dirci è qualcosa di veramente speciale e superiore e non alla portata di tutti. Ma se ce lo dice vuol dire che ha una grande fiducia in noi e ci ritiene persone davvero speciali. E’ davvero così? Ci sentiamo speciali nei confronti di tanti altri che in questa pagina Gesù chiama “peccatori”? E questi peccatori sanno amare anche loro, sanno fare del bene, sanno usare bene i loro soldi. Sentirci diversi da loro non vuol dire che noi non siamo peccatori. Conosciamo i nostri difetti e i nostri peccati. Eppure non dobbiamo far finta di essere umili e piccoli quando in realtà siamo stati chiamati a qualcosa di infinitamente grande e prezioso: siamo stati chiamati a seguire nientemeno che il Figlio di Dio e ad ascoltare la sua Parola e metterla in pratica per vivere anche noi da figli di Dio! Non diciamo che è poco! E’ tutto! E’ quanto di meglio ci poteva capitare! E allora cosa ci resta da fare? Cosa ci chiede Gesù di tanto speciale?

Gesù punta direttamente al cuore e ci dice: “Abbiate un cuore grande e colmo di amore per tutti, ma un cuore infinitamente grande, che sa amare in tutto e per tutto, perché voi siete figli di un Dio che ha il cuore così. Siate anche voi come Lui!” “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso!”

Ce la faremo? Da soli no, perché sentiamo tutto il peso della nostra debolezza, dei nostri sentimenti spesso difficili da dominare. Ma con Dio certo che ce la faremo, è Lui stesso che agisce in noi e ci aiuta ad agire come il suo Figlio Gesù. Ce lo dice anche l’apostolo Paolo con queste parole: “E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù”. Sì, perché l’invito di oggi ad essere misericordiosi come il Padre è identico all’altro invito di Gesù ad amarci come Lui ci ha amato! Il punto centrale è proprio quel come: amare come ama Dio! E’ veramente grande e buono il nostro Dio se si fida così tanto di noi al punto di chiederci, anche se ci conosce bene, di amare come Lui sa amare.

Poi la vita ci presenta casi speciali: qualcuno ci fa del male… qualche altro ha parlato male di noi… altri non ci dicono neanche grazie… altri ci chiedono e basta… c’è chi è simpatico e chi è antipatico… qualcuno è pesante da sopportare e non lo si vorrebbe neanche incontrare… poi ci sono i malati da curare, i bambini da educare e guidare, i poveri da aiutare perché da soli non ce la fanno. Insomma, amare davvero tutti diventa un problema! Tante parole di Gesù nel Vangelo di oggi ci creano un problema. Qualcuno usa anche violenza e non soltanto perché ti dà uno schiaffo ma anche perché arriva a uccidere, a rubare tutto quello che hai. “A chi ti percuote sulla guancia… a chi ti strappa il mantello…”

Non lasciamoci frenare da questi problemi, puntiamo diritti al cuore. Preoccupiamoci di imparare ad amare, cerchiamo l’amore in tutta la nostra vita perché è ciò che la riempie davvero, ma facciamo questo guardando a Dio e chiedendo a Lui la forza e il coraggio di amare. Tanti altri ce l’hanno fatta prima di noi e ce la stanno facendo. Perché non dovremmo farcela anche noi? Confidiamo nella grazia e nell’aiuto di Dio!

Libro del Profeta Isaia 56,1-7
“Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera”.
Lettera di san Paolo ai Romani 15,2-7
Fratelli, ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo.
Vangelo di Luca 6,27-38
“A voi che ascoltate dico: siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”.

Don Benvenuto Riva parroco di Ballabio
Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio

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