DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUARTA DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Anche al giorno d’oggi si sente un modo di ragionare molto simile a quello che abbiamo ascoltato nella prima lettura tratta dal primo libro della Bibbia, il Libro della Genesi. Si comincia con il guardarsi in giro e ci si accorge che c’è tanta cattiveria e violenza. Così sta scritto: “Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza”. “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre”. Qualcuno può applicare queste parole al mondo di oggi e con buone ragioni può lamentarsi dicendo che il mondo va verso la rovina, che c’è tanta, troppa cattiveria e violenza, insomma non c’è più speranza. Sembra che anche l’autore di questo antichissimo racconto si lasci prendere da un grande pessimismo e frustrazione soprattutto quando attribuisce a Dio parole come queste: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo che ho creato e, con l’uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti”. È vero: qui Dio è dipinto come un uomo che ha una bella casa e si è formato una bella famiglia poi qualcuno gli ha rovinato tutto. Se capitasse a noi, chi di noi non sarebbe addolorato e rattristato? Ma se quelle parole fossero vere non oggi neppure esisteremmo.

Dio non ha distrutto il mondo e non lo distruggerà. È opera sua e lo ama. Ricordiamoci le parole che abbiamo ascoltato domenica scorsa : “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Noi in queste domeniche stiamo rileggendo la storia della nostra salvezza, non della nostra distruzione, è una storia di alleanza e di amore, non una storia di morte.

Per questo anche nello stesso racconto compaiono subito le parole della speranza quando si dice: “Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Vuol dire che anche quando sembrava proprio tutto corrotto e depravato in realtà c’era ancora qualcuno buono e onesto. E questo avviene anche oggi. E anche quando Dio manifesta a Noè la sua intenzione di mandare il diluvio che distruggerà tutto, in realtà dice a Noè: “Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli”. E mentre salva la famiglia di Noè, Dio manifesta la sua volontà che anche gli animali e le altre forme di vita si salvino. Questo vuol dire che la vera volontà di Dio non è distruggere ciò che è uscito dalla sue mani ma è rinnovare, purificare, ricominciare da capo.

Eppure tutto questo non ci permette di stare tranquilli. Quello che è capitato in passato può capitare anche ora e in futuro. Dio non permetterà che il mondo venga distrutto (qualcun altro lo vuole fare ma non ci riuscirà!). Dio però non sta con le mani in mano e a suo tempo e a suo modo interviene per salvare il mondo e questo intervento può sorprendere molti e coglierli impreparati. Gesù, nel brano di Vangelo di oggi, fa riferimento ai giorni di Noè e dice: “Mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano, prendevano moglie, prendevano marito”. Tutte cose buone in sé che avvengono anche oggi: si vive in un certo benessere, si sta bene, in fondo non si fa niente di male quando si mangia e si beve, si compra e si vende.

Sì, però a volte succede qualcosa, qualcosa che non vorremmo, qualcosa a cui non siamo preparati: è la possibilità di perdere tutto in una volta sola, e di perdere anche la vita. E allora vien voglia di ribellarsi, di gridare: ma perché? Perché proprio a me? Non è giusto che sia così! Tutte queste parole (il racconto del diluvio e le parole di Gesù nel Vangelo) ci devono spingere a una sola cosa: a coltivare in noi un grande interrogativo che non ci deve mai abbandonare: ma io perché vivo? Ho cura della mia vita? Vivo solo alla giornata sperando che le cose mi possano andare bene oppure mi preoccupo veramente che la mia vita non vada perduta? In mezzo a tutti gli avvenimenti del mondo, piccoli o grandi, belli o brutti, dovremmo sempre dire: “Signore, a Te affido la mia vita. Ti prego salvami Tu!”.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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