DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA 3ª DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI GIOVANNI BATTISTA

Oggi è il giorno in cui finalmente si dice chi è Gesù. Non lo dice lui direttamente. Lo chiede ai suoi discepoli più intimi e uno di loro, Pietro, dice: “Tu sei il Cristo di Dio”. Che vuol dire: Tu sei Colui che Dio aveva promesso di mandare a noi, Tu sei Colui che libererà il popolo dal giogo dei suoi nemici, Tu sei Colui che inizierà il nuovo Regno di giustizia, di libertà e di pace, Tu sei Dio in mezzo a noi.

Eppure Gesù, come prima cosa, chiede ai discepoli di non dirlo a nessuno. Se lo dicessero chiaramente succederebbe una rivoluzione, troverebbe subito una schiera di uomini armati pronti a combattere per Lui. Ma non è questo ciò che Gesù vuole. Anzi, per la prima volta Gesù dice parole misteriose che i discepoli, sul momento, non capiscono. Parla di grande sofferenza, parla di rifiuto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, parla addirittura di morte violenta, essere ucciso e perfino di risurrezione dalla morte. Tutte cose che rimarranno misteriose fino a quando avverranno concretamente e a poco a poco i discepoli capiranno e si ricorderanno che Gesù aveva previsto tutto.

Anche noi oggi meditiamo queste parole ma poi le riviviamo quando celebriamo con solennità la Pasqua, che per noi è la festa più importante dell’anno. Oggi anche noi vogliamo capire meglio queste parole: vogliamo capire meglio in che senso Gesù è il nostro liberatore, in che senso porta la pace e la giustizia, in che senso porta la salvezza. Sì, perché sono ancora tanti coloro che dicono: sono duemila anni che si dicono queste cose ma alla fine cosa è cambiato? Il mondo è sempre lo stesso, la violenza e la corruzione sono le forze che dominano il mondo! Tutto quello che accadeva in passato accade anche oggi. Allora a cosa serve fare Pasqua? Da che cosa ci ha liberato il Signore?

Vogliamo capire questo guardando l’apostolo Paolo. Lui dice di se stesso: prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Agivo per ignoranza, lontano dalla fede. Tra tutti i peccatori, il primo sono io. Ma poi ecco l’avvenimento che cambia la sua vita: mi è stata usata misericordia, la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità! Gesù Cristo mi ha reso forte e mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio proprio me! E questo è avvenuto perché Gesù ha voluto dimostrare tutta quanta la sua magnanimità e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Allora non rimane altro che rendere grazie ed esultare di gioia: rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Gesù Cristo Signore nostro, al re dei secoli, incorruttibili, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Allora Paolo ci offre un semplice riassunto di tutto questo dicendo: “Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: GESÙ CRISTO È VENUTO NEL MONDO PER SALVARE I PECCATORI!

Tra i peccatori Paolo si attribuisce il primo posto, noi veniamo dopo di lui! Questo vuol dire che possiamo attribuire a noi stessi tutto quello che Paolo dice di sé: anche noi facciamo il male, non nascondiamocelo, spesso lo facciamo senza accorgercene, senza volerlo, ma lo facciamo pur agendo come Paolo per ignoranza. Eppure Gesù non perde la fiducia in noi: ci ha chiamati, ci ha affidato una missione, un compito nella vita che è quello che stiamo facendo, ci ha usato e ci usa continuamente comprensione e misericordia. E allora anche noi siamo ricolmi di grazia, di misericordia, di fede, di carità: così è e dovrebbe essere la nostra vita quotidiana. È lì che si manifesta quella giustizia, quella verità, quella libertà che gli antichi si aspettavano quando parlavano del Messia liberatore. La nostra vita vissuta nella libertà e nell’amore, nella fedeltà e nella giustizia, è il segno chiaro che per noi Gesù è davvero il Cristo che ci ha salvati!

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

Scarica il foglietto degli avvisi –> B9SET-2023.4