DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA DOMENICA NELL’OTTAVA DEL NATALE

Può sembrare una favola, ma questa non è una favola, è la realtà. Ci sono  tante favole come La Bella e la Bestia, Cenerentola e altre, che sono storie d’amore e che  finiscono bene, con le parole “e vissero felici e contenti”. Ma prima di arrivare lì sono  passati attraverso molte prove e momenti di sconforto. È il caso di un principe che si  innamora di una ragazza del popolo, e non si fa riconoscere come un principe ma come un  poveraccio. La mette alla prova. Solo dopo, quando lei è veramente innamorata di lui e  non dei suoi soldi o della sua condizione di principe, si rivela per quello che è: un principe!  E così l’amore di quella fidanzata, alla fine, viene premiato. La sua condizione di ragazza  del popolo cambia totalmente e diventa principessa. Ed è sempre bello concludere che è sempre l’amore a vincere. Chissà quanti, a questo punto, vorrebbero dire: sì è tutto bello  ma poi la realtà è un’altra! A me non è andata così bene! Queste belle favole sono adatte a far addormentare i bambini e tenerli tranquilli senza turbare la loro infanzia! E invece  nel caso di Gesù e di tutti noi, perché tutti siamo coinvolti e nessuno escluso, dobbiamo dire che è tutto vero! Ed è una storia di amore vero, infinito, ed è una storia, anzi è proprio l’unica storia, di cui si può dire che “vissero tutti felici e contenti”.

Domenica scorsa era la vigilia di Natale. Abbiamo sentito che Gesù ha avuto degli antenati come li abbiamo tutti noi: c’è di tutto, chi ha fatto il bene e  chi ha fatto il male, chi ha fatto cose grandi e chi non ha fatto niente. E la notte di  Natale abbiamo sentito di una coppia di giovani sposi che stava compiendo un  atto amministrativo, una registrazione in un tempo di censimento. Ma proprio in quell’occasione lei ha partorito in un alloggio di fortuna. Non avendo tutto il  necessario ha sistemato il bambino in una mangiatoia! Vuol dire che quello era un  posto per animali. Alcuni pastori che facevano la guardia alle loro pecore hanno  visto una luce improvvisa e si sono spaventati e hanno sentito la voce che parlava  del Cristo. Probabilmente loro, che erano un po’ rozzi e ignoranti, non sapevano  niente del Cristo. Tutti pensavano che il Cristo fosse un condottiero sempre  vittorioso nelle sue battaglie contro i nemici. Certo, per portare la giustizia e la  pace nel mondo, ma pur sempre un generale vittorioso! È stato meglio per i  pastori non sapere niente del Cristo e così sono andati a Betlemme con la mente  libera da ogni pregiudizio e hanno visto un bambino neonato avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. E l’hanno accolto come il Cristo Salvatore. Noi superiamo di molto la meraviglia e la gioia dei pastori.

Partiamo anche noi dall’accoglienza di parole che ci sono state dette lungo la nostra vita: parole che ci sono state dette con molta semplicità dai nostri genitori e familiari, dalla gente del paese, parole che riguardano Gesù e quello che ha detto e che ha  fatto. Per arrivare al punto di oggi: sentire che questo Gesù è colui che era presso Dio, anzi era Dio stesso: tutto è stato fatto per mezzo di lui. Lui è la VITA, Lui è  un Figlio amato e noi siamo suoi fratelli e Lui ci ama e non ci abbandonerà mai.  Non è lontano, vuole stare con noi e in noi per sempre. Tutto vive grazie a Lui,  Gesù per noi è Vita, è Amore, è Pace eterna. Siamo partiti dalla conoscenza di un  bambino, dall’accettazione di un caro amico e siamo arrivati a conoscere Colui che riempie di sé tutto l’universo! In una maniera poetica, come nella prima  lettura dall’antico libro dei Proverbi , o più ragionata come in san Paolo, questa è la Parola che oggi ci è stata annunciata: Parola di vita e di gioia eterna!

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone