DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Ormai siamo in cammino verso la Pasqua: parleremo spesso del male che è presente nella nostra vita, del peccato, della necessità e della bellezza di essere perdonati e di perdonare, ci prepariamo a vivere quel fatto che è centrale nella nostra vita e nella vita di tutto il mondo: Gesù che ci salva dal male, Gesù veramente innocente che ha subito il male commesso dagli altri, l’ha subito fino a giungere al punto di morire ma è risorto a vita nuova! Ci mostra così che il male può e deve essere sconfitto. E Gesù l’ha sconfitto proprio con la forza del suo amore. Ma quando si toccano questi temi si rischia di brancolare nel buio e di esprimere tante opinioni affrettate e superficiali: “Giustizia deve essere fatta!” “Chi ha sbagliato deve pagare” “Non è giusto che uno si impegni tutta la vita a comportarsi bene, un altro ha fatto tanto male poi si pente e ricevono tutti lo stesso premio!” “Persone così non si possono perdonare!” “Mi ha fatto troppo male, proprio non riesco a perdonare”. Per non dire poi che qualcuno si augura il ritorno alla pena di morte come per dire che certe colpe sono così gravi da meritare solo la morte come giusta punizione e come ammonimento per tutti a non commettere certi crimini.

Ora però chiediamo alla parola di Dio qualche raggio di luce che possa aiutarci a comprendere questa parte molto difficile della vita: l’incontro e lo scontro con il male. Il primo raggio di luce ce lo dona un uomo chiamato Paolo che noi chiamiamo apostolo ma lui dice di se stesso di essere stato un violento e un bestemmiatore. Quando si è accorto che lui, così immerso nel male, era amato così tanto da Gesù, si è trasformato e ha deciso di cambiare vita e di vivere nell’amore, unito a Gesù che lo ha amato. Dunque anche un uomo violento e cattivo può cambiare e diventare buono e mite, nonostante quello che ha fatto!

Il secondo raggio di luce ci viene dal profeta Osea che nell’ottavo secolo prima di Cristo arriva a dire a nome di Dio: “Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti”. Era il tempo in cui tutti i popoli, compreso quello ebraico, pensavano di tenere buone le loro divinità con la grandezza e l’abbondanza delle loro offerte che spesso potevano essere accompagnate dalla sofferenza, sofferenza degli animali che venivano uccisi ma a volte anche di persone umane che venivano sacrificate sugli altari. E invece Dio che si era rivelato a Mosè e parlava attraverso i profeti dice che quelle offerte e quei sacrifici non gli interessano per nulla, Lui vuole l’amore dei suoi figli e nient’altro.

Il terzo raggio di luce viene dall’esempio e dalle parole di Gesù. Gesù è toccato e accarezzato da una donna mentre è a pranzo da una persona per bene che lo ha invitato. Quella donna è definita “una peccatrice di quella città”, praticamente una prostituta. È una scena che ha messo molti in imbarazzo ma Gesù non si scompone e lascia fare. Quella donna nella sua vita aveva cercato l’amore ma percorrendo strade sbagliate, trovando uomini ingannatori che non cercavano affatto l’amore. In Gesù quella donna ha trovato l’uomo giusto, uno che ama davvero e lei gli dimostra il suo amore. Allora la sua vita cambia. Fino a quel momento viveva senza amore in una vita disordinata e triste. Incontrando Gesù ha incontrato l’amore e la sua vita cambia. Gesù conferma questo cambiamento di vita con le sue parole: “I tuoi peccati sono perdonati, la tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”. Ci sarebbe da chiedersi se Simone, quella persona per bene che ha invitato Gesù a pranzo, e gli altri invitati erano persone che sapevano amare: un po’ sì, certamente, ma non tanto.

Oggi vediamo Gesù che fa notare una differenza tra chi ama molto e chi ama poco, non tra chi fa il bene e chi fa il male. La storia di molti santi è storia di uomini e di donne che in un periodo della loro vita hanno fatto molto male ma l’incontro con Gesù li ha trasformati così bene che li ha portati ad amare molto. Altri invece, che hanno fatto solo qualcosa di male, ma poco, fanno fatica a capire che Gesù li ha amati così tanto da morire per loro e quindi si accontentano di amare un pochino. Non fanno il male ma amano poco. Ma è una grande disgrazia essere mediocri proprio nell’amore! Chiediamo a Dio di preservarci da questa disgrazia e di renderci capaci di non mettere nessun limite all’amore.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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