DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

Oggi siamo un po’ meravigliati nel sentire Gesù che indugia nel parlare del diavolo. Abbiamo sentito che Gesù è stato tentato dal diavolo. Spesso ascoltiamo racconti di persone che pregano Gesù di essere liberate dal diavolo e Lui manifesta la sua potenza e il suo amore per le persone scacciando il diavolo. Il diavolo è terrorizzato da Gesù! Eppure normalmente gli uomini hanno paura di questa presenza invisibile che è portatrice di male. Noi tutti dobbiamo avere la certezza che ad essere amici di Gesù vinciamo ogni paura di questi spiriti cattivi e viviamo nella serenità e nella pace.

Chi è il diavolo? Gesù lo definisce “omicida fin dal principio e non stava saldo nella verità”. La verità è questa: che Dio ha creato noi tutti come suoi figli chiamati a vivere in pace tra di noi e docili alla sua paternità. Il diavolo è colui che non accetta questa verità e ce la mette tutta per venire da noi e convincerci che Dio non ci ama, non si prende cura di noi, non vuole che siamo felici. E poi vuole dimostrare a Dio che quei figli che Lui ha creato in realtà non sono figli docili e fratelli uniti ma si ammazzano e si ingannano l’un l’altro e per questo si ribellano a Dio, come aveva fatto lui. Ecco perché Gesù definisce il diavolo “menzognero e padre della menzogna”.

Ma perché Gesù dice queste cose? Perché ha davanti a sé persone che non dicono la verità e quindi dicono bugie. La prima bugia che dicono è: “Noi non siamo mai stati schiavi di nessuno!”. Non è vero. Sono stati dominati da Egiziani, Assiri, Babilonesi, Siriani e Romani. Ma la seconda bugia è ancora più grande: è ilnon conoscere se stessi! Sono persone come tutti noi: fragili, di salute incerta, con l’ansia del futuro, pronti a fare il male, con la prospettiva della morte. Sarebbe così facile chiedere aiuto e dire: “Chi ci può salvare? Chi ci può aiutare?”. Invece no: sono chiusi nel loro orgoglio sicuri di non avere bisogno di nessuno. Tanto meno di un uomo come Gesù di Nazareth che sembra essere un uomo come tutti. Hanno solo riconosciuto che sa parlare bene e per un momento sono stati affascinati dalle sue parole. Gesù non ha fatto altro che felicitarsi con loro per il fatto che “gli avevano creduto” e quindi ha augurato a loro di andare avanti così, di essere perseveranti nell’ascolto della sua parola. Ma loro si sono comportati da persone permalose: stiamo già bene così, non abbiamo bisogno di nessuno.

Come mai avviene un fatto del genere? Come mai quelle persone non comprendono il linguaggio di Gesù? Gesù stesso lo dice chiaramente: “Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo!”. Dicendo le bugie sulla storia, su Dio e su se stessi si sono posti da se stessi sulla strada del diavolo, sono diventati orgogliosi e ribelli come lui e quindi sono diventati impermeabili ad ogni parola che parla di salvezza. Loro si credono già salvi e non hanno bisogno di nessuno. Poveretti! Gesù ha aperto davanti a loro anche la prospettiva della vita eterna: “Se uno osserva la mia parola non vedrà la morte in eterno”. Ma loro l’hanno insultato e disprezzato! Quando poi Gesù dice le stesse parole usate da Dio che parlava a Mosè sul monte Sinai: “IO SONO!” e quindi fa capire che incontrarsi con Gesù vuol dire incontrarsi con Dio, la spaccatura è definitiva e cercano di ucciderlo: “Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio”. Infatti non era ancora giunta la sua ora. Quando lo cercheranno nel Getsemani per arrestarlo Gesù non si nasconderà più ma si consegnerà ai Giudei dicendo: “Sono Io!”.

Tutta questa storia ci rattrista ma a noi porta un grande insegnamento: quello di scegliere sempre di stare dalla parte della verità anche quando si tratta di accettare delle verità scomode: la verità sulla nostra vita, la verità sulla nostra persona, la verità sui nostri sbagli, sulle nostre capacità e sulle cose belle che abbiamo fatto e siamo capaci di fare per dono di Dio. Scegliere di vivere nella verità è una scelta che responsabilmente possiamo fare solo noi perché Dio ci ha creati tutti come persone libere e responsabili. Ma quando compiamo questa scelta la porta del cuore è aperta per fare entrare la parola di Gesù che è Parola che consola, rafforza, guarisce: è Parola che salva!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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