DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE NELLA DOMENICA DI PASQUA

Al mattino presto, quando è ancora buio, Maria di Magdala va al sepolcro di Gesù. Tre giorni prima era al Golgota e ha assistito alla morte di Gesù con la madre e il discepolo Giovanni. Hanno portato Gesù al sepolcro poi tutti si sono ritirati per osservare il riposo del sabato. Terminata l’osservanza del riposo, all’inizio del nuovo giorno Maria va al sepolcro perché così era l’accordo con le altre donne: dare a Gesù una degna e onorata sepoltura. Occorreva preparare i profumi per lavare e ungere per bene il corpo di Gesù e lasciarlo riposare in pace. Ricordiamo che anche domenica scorsa Maria, sorella di Lazzaro, ha usato con abbondanza un profumo prezioso per Gesù e Lui ha visto in quel gesto di affetto qualcosa di profetico, una anticipazione della sua sepoltura. Il suo corpo è stato unto in anticipo.

Maria di Magdala ha voluto andare al sepolcro di Gesù prima di tutte le altre e trova una grande sorpresa: la grossa pietra posta davanti all’ingresso è stata spostata e dunque qualcuno (certamente più di uno) è entrato per portare via il corpo di Gesù. Chi può essere stato? Allora corre da Pietro e Giovanni, probabilmente in quella “stanza al piano superiore” dove erano soliti trovarsi quando Gesù era vivo e dove qualche giorno prima avevano mangiato insieme la cena pasquale. Tutti e tre di nuovo corrono al sepolcro: per primo entra Pietro e poi Giovanni: vedono le bende, il lenzuolo usato per il corpo di Gesù, lasciati lì in qualche modo e poi notano “il sudario, che gli era stato posto sul capo, non in terra con le bende, ma piegato in un luogo in disparte”. Giovanni vide e credette! Questo accenno ci sembra importante: Giovanni è il primo che senza vedere Gesùrisorto ha cominciato a credere. Lo dice lui stesso con un certo rammarico: ha cominciato a credere dopo aver visto il sepolcro vuoto. Invece doveva cominciare a credere ripensando alle parole dei Profeti e dei Salmi: lì si dice chiaramente che il Messia non poteva restare prigioniero della morte ma sarebbe risorto!

Questo vale anche per noi: abbiamo la parola scritta che è Parola di Dio ed è Parola viva: è questa la nostra luce e la nostra forza, è in base a questa parola che comprendiamo che Gesù non è prigioniero della morte, non è vittima del male e della violenza umana ma è sempre con noi.
Mentre Pietro e Giovanni tornano a casa, Maria si ferma al sepolcro e piange. E qui avviene quello che abbiamo sentito nel racconto di oggi: “due angeli in bianche vesti”, il lamento di Maria che pensa di aver perso per sempre il suo Amato, un uomo che sembra essere il custode del giardino ma poi quell’uomo la chiama con il suo nome: “Maria!”. Ma non basta dire che l’ha chiamata per nome, bisogna immaginare anche il tono della voce, il suono, il modo di chiamare. Queste cose non si possono esprimere a parole ma le capiamo benissimo: anche noi sappiamo cosa vuol dire parlare con un tono dolce e persuasivo o con un tono duro e aggressivo. Allora Maria capisce che il suo Amico e Maestro Gesù è vivo e lei l’ha ritrovato una volta per tutte!

Ecco, questa è la Pasqua di risurrezione: è la risurrezione di una singola persona che si rende conto che Gesù sofferente che esala il suo ultimo respiro in realtà si è affidato al Padre che ama infinitamente ed è sempre con noi. Prima Giovanni, poi Maria di Magdala, poi le altre donne e gli altri discepoli fino a noi. La risurrezione di Gesù non è un evento trionfale paragonabile all’uscita degli ebrei dall’Egitto con la potenza di Dio che domina la forza del mare e dell’esercito del faraone. Le autorità che avevano condannato a morte Gesù continueranno a essere sicuri di averlo eliminato per sempre e non potendolo più perseguitare cominceranno a perseguitare i suoi discepoli. Il mondo, allora come oggi, continua ad andare dalla sua parte e a lasciarsi guidare dai cosiddetti poteri forti che non combinano altro che guai e che in un certo senso fanno paura a tutti, quindi anche a noi.

Dalla risurrezione di Gesù non dobbiamo avere speciali aspettative di chissà quali cambiamenti del mondo. Quello che veramente cambia è il cuore dei credenti, è il nostro cuore che diventa così forte e così pieno di fiducia e di speranza da essere in grado di affrontare qualunque avvenimento. Sapendo che Gesù è vivo e ci è sempre vicino niente può più farci veramente paura.

 

Don Benvenuto Riva
Parroco di Ballabio e Morterone

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