DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE: QUINTA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

GESÙ SI MERAVIGLIÒ. Vediamo con piacere che anche Gesù, vero uomo, condivide con noi un sentimento che abbiamo provato tutti: la meraviglia! Ci meravigliamo quando ci troviamo di fronte a una bella sorpresa che non ci aspettavamo, una sorpresa che ci tocca nel profondo del cuore e ci fa sentire bene, ci inonda di profonda gioia e ci fa nascere nel cuore il desiderio di ringraziare! Può essere un bellissimo paesaggio che si contempla o anche un regalo inaspettato che ci fa molto piacere, può essere la bella notizia della guarigione di un ammalato o della attesa di un bambino, può essere la visita improvvisa di una persona amata o la gioia di avere affrontato una prova e di avere conseguito un buon risultato. I maestri della meraviglia sono i bambini. Pensiamo a loro quando ricevono i regali di Natale: è bello vederli proprio nel momento in cui si meravigliano e manifestano la loro felicità. Anche genitori, nonni e amici sono felici nel vederli quando si meravigliano.

Torniamo a Gesù: anche lui si meraviglia nel trovare qualcosa che aspettava da lungo tempo ma cercava quella cosa in posti dove faceva fatica a trovarla. In fondo, Gesù che cosa andava cercando? Cercava una adesione schietta, sincera, totale a Lui senza troppe complicazioni o paure o falsi problemi. E oggi vediamo che la trova in un uomo che non proveniva dal popolo d’Israele ma proveniva dal paganesimo. Uno che lavorava in trasferta in Palestina, posto particolarmente difficile e pericoloso per chi prestava il servizio militare. Il Vangelo dice che Gesù si meravigliò ascoltandolo! Che cosa diceva quell’uomo, o meglio, quel comandante? Non era una preghiera o una supplica. Era un parlare amichevole, stava dicendo la verità su se stesso: era un comandante che sapeva farsi ubbidire ma al tempo stesso aveva anche lui dei superiori a cui ubbidiva prontamente. Chi comanda deve dare un ordine semplice e chiaro e chi ascolta deve fare quello che gli viene detto. Lui obbedisce ma è anche capace di farsi obbedire. Gesù si sente profondamente colpito nel cuore perché si sente letto e compreso nella sua identità. Infatti anche lui è uno che obbedisce al Padre volendo compiere sempre e solo la sua volontà. Ma nello stesso tempo è capace di comandare e farsi ubbidire. Il comandante questo lo aveva capito e per questo ha chiesto a Gesù una parola di comando circa la guarigione del suo servo e lui sapeva che quel comando sarebbe stato efficace. Avendo trovato un uomo che gli parla in questo modo così chiaro e fiducioso Gesù prova la stessa meraviglia dei bambini che aprono i regali di Natale! Ha trovato un tesoro e ne è molto felice!

E’ come uno che cercava questo tesoro da molto tempo e non lo aveva ancora trovato. Aveva certamente qualche discepolo e in loro stava facendo nascere questo atteggiamento curandolo con molta pazienza e suscitando in loro una piena fiducia. Possiamo ricordare che Gesù è ancora agli inizi del suo lavoro di maestro in Israele, non ha ancora formato il gruppo dei dodici apostoli, non ha ancora fatto molti miracoli. Nel racconto del Vangelo si dice che aveva appena terminato il famoso discorso della montagna, quello che comincia con le “beatitudini”, poi è sceso dal monte e ha guarito un lebbroso. Poi avviene questo incontro con il centurione.

La parola che Gesù poi ha detto è “Avvenga per te come hai creduto”. E quella parola ha fatto sì che quel servo sofferente guarisse. Notiamo che queste sono le stesse parole che Maria ha detto di se stessa: “Avvenga per me come tu hai detto!”. E quella parola ha fatto sì che il Figlio di Dio si incarnasse nel suo seno.

Il grande tesoro che Gesù va cercando continuamente e che quando lo trova si meraviglia profondamente è quella adesione totale e sincera a Lui, un affidarsi con amore a Lui come a Colui che ci aiuta e ci salva. Questa è la nostra fede ed è solo questa fede che rallegra e meraviglia Gesù che è ben contento di venire in nostro aiuto.


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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