DON BENVENUTO COMMENTA LE LETTURE DELLA TERZA DOMENICA DI AVVENTO

Un giorno Gesù guarisce un ammalato: era infermo e con la forza della sua parola lo fa rialzare e lo fa camminare. Ma siccome quel giorno era un sabato, ed era quindi giorno di riposo assoluto, alcuni Giudei presenti si sono  arrabbiati con Gesù perché andava contro i comandamenti di Dio: infatti aveva lavorato in giorno di sabato! Quei Giudei pensavano che Gesù non poteva essere un uomo fedele a Dio perché disubbidiva ai suoi comandamenti.

Perché dunque seguirlo e ascoltare la sua parola e i suoi insegnamenti? E perché sforzarsi di metterli in pratica? E se anche Gesù fosse uno dei tanti predicatori  capaci di incantare le folle ma poi spariscono nel nulla dopo tanto clamore? Poi magari ne viene un altro più bravo di lui, chi lo sa? È chiaro che queste domande valgono anche per noi! Perché dobbiamo seguire proprio Gesù e non un altro? Perché non possiamo seguire un maestro che ci piace di più? O magari anche non seguire nessuno e sentirci un po’ più liberi di fare quello che si vuole! Perché no?

Il primo motivo per seguire Gesù è la testimonianza di un uomo, un uomo grande e sapiente, capace di dire sempre la verità senza alcuna paura. Quest’uomo è Giovanni che ha preparato i suoi contemporanei alla venuta di Gesù. Lui è un po’ lontano da noi. Ma anche al giorno d’oggi ci sono molte persone simili a Giovanni, anche se non sono personaggi famosi, persone che vivono facendo del bene, dicendo la verità, sono fedeli a Dio, sono oneste e buone, e magari sono molto vicine a noi perché le abbiamo in famiglia. Deve nascere in noi il pensiero: se lui o lei fanno così perché anch’io non potrei fare lo stesso? Gesù rimprovera quei Giudei dicendo loro: “Voi avete mandato dei messaggeri a Giovanni. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce”. Così anche noi possiamo vivere accanto a persone veramente sante  senza accorgercene neanche. Non è per cattiveria ma semplicemente siamo distratti o impegnati in altre cose.  Queste persone hanno seguito Gesù prima di noi e noi non ci accorgiamo della grande occasione che ci viene offerta.

Il secondo motivo è veramente speciale perché si riferisce nientemeno che a Dio Padre. Ecco le parole di Gesù: “E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me”.  Lui parla nel nostro cuore, suggerisce pensieri buoni e ci fa pervenire messaggi che ci orientano verso Gesù che è il suo Figlio amatissimo. Nella polemica di oggi Gesù rimprovera quei Giudei che non hanno mai ascoltato la sua voce e non conservano nel cuore la sua parola. Noi però dovremmo essere diversi da quei Giudei: Dio Padre parla anche in noi! Non meravigliamoci di questo! Parla nel silenzio della nostra coscienza, parla servendosi delle parole di persone a noi vicine e dopo sta a noi imparare a distinguere quali voci possono provenire da Dio e quali voci possono essere vuote o inutili, ma anche in questo Dio ci aiuta a poco a poco a capire. Ci vuole tutta la nostra buona volontà per cercare di ascoltare e di capire.

E da ultimo c’è anche la parola scritta che anche noi possiamo prendere in mano: è la Bibbia, che viene letta in chiesa o possiamo leggerla con attenzione anche per conto nostro, o anche solo il Vangelo che narra tutta la vicenda di Gesù: le opere buone che lui ha compiuto e la sua sofferenza, la sua morte e la sua risurrezione. Lo dice Gesù stesso: “Le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io so facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me”. Il sunto di tutte queste parole è uno solo: dando più importanza a una via o a un’altra non fa molta differenza. Quello che conta è sapere che incontrare veramente Gesù, ascoltare la sua Parola, conoscerlo e amarlo, è un incontro che riempie tutta la mia vita!


Don Benvenuto Riva

Parroco di Ballabio e Morterone

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